Il sottosegretario del lavoro Claudio Durigon vorrebbe accantonare una parte del TFR da destinare alla pensione complementare. Ad intervenire sulla vicenda è il giornalista, saggista e matematico Beppe Scienza che ha dato la sua opinione – decisamente critica – al Fatto quotidiano.
Beppe Scienza ipotizza le criticità che potrebbero sorgere se ai problemi attuali tagliassimo obbligatoriamente anche una parte del TFR. Per finanziare la misura di Durigon il l’accantonamento potrebbe ammontare a circa il 25% del Trattamento di Fine Rapporto.
Pensione complementare: i problemi dell’idea di Durigon
L’idea di Claudio Durigon è garantire una pensione complementare più ricca che possa risolvere il gap tra il futuro assegno previdenziale e l’importo che potrebbe essere troppo basso rispetto ai costi della vita.
Il nostro Paese è in sofferenza economica e lavorativa: tra i costi per monitorare l’evasione fiscale (come ad esempio le false partita IVA); il precariato e il poco lavoro, tagliare una parte del TFR potrebbe aggravare la situazione attuale.
La soluzione proposta da Durigon potrebbe essere sensata per una minoranza (coloro che hanno un reddito importante il cui taglio del TFR sarebbe “superfluo” anche nel lungo periodo).