Continua la sfida affinché la pensione per i giovani diventi realmente sostenibile. Tra stipendi bassi, contratti atipici e raggiungimento dei requisiti pensionistici sempre più distanti, lo scenario per i ragazzi d’oggi è sempre più critico.

Abbiamo osservato come il sistema pensionistico per i giovani è in piena sofferenza. A darne un’altra dimostrazione è Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali del sindacato Cgil, che dichiara: “rimangono poveri al lavoro e ancora più poveri per la pensione“.



Pensione per i giovani sempre più critica: quali sono i problemi?

Raggiungere la pensione per i giovani è un traguardo – oltre che complesso – anche piuttosto “distante”. In questo si sono battuti diverse volte i sindacati, tra cui la Cgil, che ha dimostrato quali siano i problemi reali con cui avere a che fare anno dopo anno.



Stipendi bassi e insicurezze sul lavoro

In una recente intervista, Ezio Cigna della Cgil ha messo in evidenza come l’unione tra “salari bassi e contratti di lavoro instabili“, siano la causa maggiore che allontana il percepimento della pensione per gli under 35.

Se in media i salari crescono così poco, il rischio vero è che i giovani siano i più penalizzati, perché i dati degli under 35 mostrano che sono coloro che fanno più fatica ad entrare nel mercato del lavoro, e quando lo fanno è con contratti atipici o a tempo determinato, con salari bassi“.

Perdita del potere d’acquisto

Le recenti manovre sulla Legge di Bilancio del Governo Meloni sarebbero state “messe in discussione” sempre da Cigna della Cgil, che avrebbe riferito come quest’ultime possano far perdere il potere d’acquisto (in media il 9% circa annuo, per i giovani), e una crescita salariale troppo “lenta”.



Il sistema contributivo non è equo, dato che tiene conto della storicità lavorativa senza badare ai principi di redistribuzione o solidarietà. Secondo il responsabile delle politiche previdenziali del sindacato in questo modo, c’è il rischio che siano i fragili e deboli a pagare a caro prezzo “i ricchi”.