La pensione INPS viene regolamentata da emendamenti specifici. Eppure in diversi contesti i tribunali sono riusciti – con delle sentenze ad HOC – a favorire i contribuenti che avevano contestato il rifiuto del pensionamento anticipato.

Nonostante le regole sulle pensioni anticipate siano chiare – o almeno così si crede – i tribunali potrebbero chiudere delle sentenze per una “interpretazione soggettiva”. Questo non implica una variazione sulle normative vigenti, ma sorgono diversi dubbi sulle misure attuate fino ad oggi.



Pensione INPS messa in discussione dai tribunali

La pensione INPS può essere erogata anticipatamente grazie a delle misure attualmente in vigore e in scadenza al 31 dicembre 2024. Ne è un esempio l’Ape Sociale, che può essere ottenuta avendo versato almeno trent’anni di contributi previdenziali e al compimento dei 63 anni e mezzo d’età.



L’Ape Sociale può essere destinata ad una cerchia ristretta di categorie: disoccupati, caregiver e invalidi. Per ogni categoria ci sono degli ulteriori requisiti da dover rispettare. Ma nella recente sentenza numero 24950 risalente al 17 settembre 2024, la Corte di Cassazione si è pronunciata sui disoccupati.

Per far luce all’accaduto va specificato che per l’INPS l’ottenimento dell’Ape Sociale è soggetto all’indennizzo completo della Naspi. Ma la Corte di Cassazione ha fatto forza sul solo “stato di disoccupazione” e non sull’indennità da percepire nella sua interezza (di cui si potrebbe fare a meno per uscire prima dal lavoro).



In parole povere per la Corte di Cassazione non è obbligatorio percepire l’intera Naspi per poi chiedere l’Ape Sociale (a meno che non si sia già fatta richiesta per l’indennità). In quest’ultimo caso non si potrà ottenere entrambe le misure contemporaneamente.

Pensione anticipata con Ape Social: errore d’interpretazione

Dalla sentenza sarebbe emerso che l’INPS ha interpretato erroneamente la casistica di un disoccupato che richiede l’Ape Sociale per uscire prima dal lavoro. Infatti, nell’ipotesi che non sia stata fatta ancora richiesta per percepire la disoccupazione (e trattasi di un licenziamento involontario) l’Ape Sociale spetterà ugualmente.

Un’altra sentenza – sempre del 17 settembre 2024 – la numero 24916 smentisce un’altra interpretazione dell’INPS: per godere della pensione anticipata ordinaria i 35 anni “minimi e obbligatori” da versare come contributi, sono da considerarsi validi pur essendo figurativi (che in fondo valgono come effettivi).