I pensieri sulla pensione previdenziale e su misure come Quota 103 iniziano a dilagare nella mente degli italiani. L’idea che la riforma pensionistica sia passata in secondo piano è oramai evidente e preoccupante. A dimostrarlo è l’interesse del Governo sul PNRR, le elezioni regionali e anche quelle europee.



Una delle problematiche maggiori resta quella delle misure per l’uscita anticipata. In un contesto dove Quota 103 è penalizzata e lo sarà fino al 31 dicembre del 2024, e laddove non vi siano provvedimenti governativi, sorge spontaneo chiedersi: cosa ci aspetta il futuro?

Cosa accadrà dopo la pensione con Quota 103?

Una delle preoccupazioni maggiori – come già accennato – si riversa sulle conseguenze della pensione dopo che scadrà l’attuale Quota 103 (momentaneamente una delle poche misure per poter uscire anticipatamente dal lavoro).



Il Governo in diverse occasioni ha reso evidente di aver spostato la priorità di introdurre una riforma previdenziale più strutturale rispetto ad altre situazioni – che secondo una sua valutazione – prevarrebbero sulle pensioni.

I sindacati in diverse occasioni, hanno richiesto di riaprire il tavolo, dal momento in cui la priorità di istituire una riforma pensioni più strutturale dev’essere elevata. La stessa Giorgia Meloni durante la campagna elettorale, aveva promesso di trovare un rimedio che però, non ha più trovato spazio.

Ma entro il 2025 non c’è via di scampo: l’esecutivo dovrà trovare delle soluzioni che possano sostituire le “misure ponte” che scadranno alla fine di quest’anno. Da Opzione Donna (in verse ridimensionata), all’Ape Sociale per poi concludersi Quota 103 (in forma piuttosto penalizzata).



Ma sul dibattito politico la riforma pensioni non è stata abbandonata, tanto che recentemente la Commissione parlamentare che controlla l’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza sociale, ha provveduto ad esaminare i risultati e l’andamento complessivo della questione previdenziale.

Nel controllo ha tenuto conto a maggior ragione, della transizione demografica, dell’evoluzione del mondo delle professioni e delle tendenze del welfare integrativo.