Per far sì che si vada in pensione con Quota 41 il Governo sta mettendo in atto tutte le possibili soluzioni che mirino a contenere le possibili uscite economiche così da non aggravare il bilancio dell’erario. Per farlo si sta ipotizzando di limitare la misura con un paletto sulla maggiore età.

Sostituire la Quota 103 con Quota 41 Light è un’idea di Claudio Durigon e di Matteo Salvini. Seppur questa soluzione si riveli molto utile per via della sua sostenibilità finanziaria allo stesso tempo il passaggio tra le due non sarebbe proprio indolore.



In pensione con Quota 41: un’ipotesi “problematica”

Il Governo sta pensando di poter far andare in pensione con Quota 41 ma inserendo una clausola che si presuppone possa restringere di parecchio i beneficiari: far uscire dal lavoro senza tener conto dell’età e aver maturato sempre i 41 anni di contributi ma a patto che prima dei 19 anni sia stati versati almeno 12 mesi di contributi pensionistici.



Questo implica che il contribuente deve aver lavorato per un anno intero e con un contratto di lavoro regolare già a partire dai 18 anni. Un paletto decisamente limitante considerando i problemi di discontinuità lavorativa e delle attività in nero in gran parte del nostro Paese.

A breve le riunioni sul tavolo tecnico

A partire dalla prossima settimana gli esponenti politici e i sindacati dovrebbero riunirsi per poter parlare della riforma pensioni 2025. Dalle prime impressioni se venisse approvata la Quota 41 Light con questa nuova proposta (il paletto sulla maggiore età) potremmo dire addio a Quota 103.



Mentre le altre misure in scadenza (Opzione Donna e Ape Sociale) potrebbero essere approvate ma a patto che i conti pubblici lo permettano.

Il problema più grande potrebbe riversarsi sui giovani la cui pensione sarà conteggiata tenendo conto esclusivamente del metodo contributivo. Claudio Durigon a tal proposito ha pensato di obbligare a destinare una parte del TFR alla pensione complementare così da poter investire in un assegno pensionistico “più ricco”.