Le pensioni 2025 saranno più basse. Nonostante con l’incremento al milione si ottenga un assegno più corposo, coloro che usciranno proprio l’anno prossimo subiranno il taglio dei coefficienti di trasformazione.
Ciò equivale ad una perdita significativa sull’importo totale da ricevere. La penalizzazione coinvolgerà i lavoratori che decidono di andare in pensione nel biennio 2025 – 2026. La riduzione è inevitabile a fronte dell’aggiornamento dei dati (che avviene ogni due anni) e i cui coefficienti vengono calcolati sui montanti contributivi.
Pensioni 2025: calcoli e simulazione
Le pensioni 2025 subiranno il taglio dei coefficienti di trasformazione calcolati sui montanti contributivi. Ma per evincere a quanto ammonta la perdita effettiva simuliamo concretamente quanto segue:
- 22.892€ Annui se si uscirà dal lavoro entro la fine del 2024;
- 22.432€ Annui qualora si uscisse dal lavoro nel 2025.
La differenza tra il 2024 e il 2025 è di 460€ annui, nonché 35€ al mese in meno laddove il lavoratore vada in pensione nel 2025 piuttosto che nel 2024.
La rivalutazione viene effettuata per “merito” del sistema contributivo prima introdotto dalla riforma Dini e poi ampliato dalla riforma Fornero. Il funzionamento è semplice: il montante contributivo (ovvero i contributi versati per ogni periodo lavorato) formalizzano il futuro assegno previdenziale insieme ai cosiddetti “coefficienti di trasformazione”.
I coefficienti di trasformazione a loro volta vengono calcolati in base a diversi parametri, tramite l’aggiornamento biennale e gli anni compiuti nel momento in cui si esce dal lavoro.
A quanto ammonta la perdita
Per quanto riguarda il montante contributivo e il coefficiente di trasformazione negli anni l’andamento è stato prevalentemente negativo. Anche le pensioni 2025 prevedono un importo più basso rispetto a quanto percepirebbe chi esce nel 2024.
Periodo | Pensione annua | Variazione |
---|---|---|
Fino al 2009 | 24.544€ | – |
2010-2012 | 22.480€ | -2.064€ |
2013-2015 | 23.304€ | +824€ (incremento dell’età anagrafica) |
2016-2018 | 22.800€ | -504€ |
2019-2020 | 22.416€ | -384€ |
2021-2022 | 22.300€ | -116€ |
2023-2024 | 22.892€ | +592€ |
2025-2026 | 22.432€ | -460€ |
Se si facesse un confronto più ampio ci si accorgerebbe di quanto si è perso dal 2009 ad oggi (per un ammontare in negativo di più di 2.000€).
Abbassare i coefficienti di trasformazione significa rischiare di mettere in gravi difficoltà i pensionati che potrebbero vivere un disagio sociale ed economico fortemente impattante.
Il Sud non “contribuisce”
Un maggior disagi sociale ed economico è previsto nelle regioni del Sud Italia, le cui pensioni elargite risulterebbero superiori al numero dei lavoratori. Statistiche fondate certamente per una elevata percentuale di lavoro nero.
Secondo uno studio della Cgia il sistema pensionistico potrebbe andare in grave affanno già nel giro di quattro anni (registrando gap gravi entro il 2028).