Entrati nel mese di gennaio l’INPS conferma il conguaglio fiscale sulle pensioni 2025. Conseguenzialmente il rischio è quello di vedersi un addebito – anche azzerando il totale – tra il mese in corso e quello di febbraio.
Il conguaglio fiscale può essere sia a debito che a credito, e a pensare al calcolo è l’ente previdenziale sociale stesso che opererà come sostituto d’imposta. Il pagamento delle pensioni è stato già avviato, ma l’accredito è previsto nella giornata di venerdì 3 gennaio 2025.
Pensioni 2025 con importi più bassi: chi rischia?
Le pensioni 2025 potrebbero presentare per alcuni pensionati dei cedolini molto bassi. Il motivo è riconducibile – come già accennato – al conguaglio fiscale a debito, che per fortuna dovrebbe riguardare un numero inferiore di pensionati.
Tuttavia il calendario delle pensioni 2025 è stato già organizzato dall’INPS, e per coloro che sono in debito con l’ente previdenziale ma godono di un cedolino “basso”, hanno l’occasione di rateizzare l’intero importo.
Il conguaglio fiscale prevede due tipologie di calcolo. La prima è destinata a chi oltre a godere del cedolino previdenziale lavora contestualmente. In questo caso ad occuparsi del conteggio non è più l’INPS ma bensì l’Agenzia delle Entrate.
L’altra tipologia di conteggio pensioni potrebbe essere destinata ai pensionati che hanno ricevuto una somma di denaro superiore rispetto a quella realmente spettante. In questo caso l’INPS esaminerà ciascuna delle ritenute fiscali (comprensive di addizionali comunali e regionali) per indagare sugli importi.
Azzeramento delle pensioni
Il rischio di azzerare le pensioni coinvolge i pensionati che hanno un cedolino con una somma di denaro importante e che nel conguaglio fiscale hanno un debito nei confronti dell’INPS. Ipotizziamo un pensionato che percepisce un cedolino pensionistico di 2.500€ al mese ma che deve 2.000€ all’ente previdenziale.
In questo caso l’INPS provvederà ad azzerare l’intero importo rilasciando come unica trattenuta fiscale i 500€ da destinare al pensionato nel mese di febbraio.
Gli esclusi
Per fortuna i pensionati che sono soggetti all’azzeramento sono pochi. Gli esclusi sono coloro che percepiscono un cedolino basso, ovvero in misura massima pari a 18.000€ annui, corrispondenti a 1.384,61€ lordi mensili, e chi ha un debito più alto di 120€.
In questi due ultimi casi la rateizzazione può essere prolungata fino a 11 mesi, con ultimo pagamento previsto per il mese di novembre prossimo. Immaginando ad esempio un pensionato con una pensione di 1.200€ al mese un debito con l’INPS di 400€, la rateizzazione da gennaio a novembre ammonta a 36€ mensili.