Oramai gli italiani sono a conoscenza che per trovare un’adeguata riforma per le pensioni del 2025 occorrono delle risorse finanziarie. Ma se il budget non venisse reperito, quali altre alternative si avrebbero per accontentare i prossimi pensionati?
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha promesso che la riforma non sarà sicuramente “di lacrime e sangue” come si potrebbero immaginare gli italiani, che giustamente sono rassegnati all’idea che il Governo Meloni debba accedere a dei fondi attualmente “impensabili”.
Pensioni 2025: davvero si può tornare alla riforma Fornero?
Il Governo Meloni per il 2025 ha già predisposto una serie di fondi da destinare a misure più prioritarie della riforma pensioni. Ed allora è lecito domandarsi cosa dovesse accadere qualora non dovessero esserci più risorse per una ipotetica normativa.
La soluzione più plausibile sarebbe il ritorno integrale alla Fornero. Una misura che spaventa dato che dopo la sua prima comparsa nel 2011 i contribuenti sanno bene che è anche quella che allunga l’età pensionabile e che penalizza il sistema di ricalcolo dell’assegno.
Lo scenario più realistico possibile è quello che il Governo non trovi le risorse adeguate entro la fine dell’anno. E sempre nello stesso periodo (al 31 dicembre 2024) scadono le misure quali: Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna.
Aumenti sulle pensioni
I contribuenti italiani più audaci ricorderanno la promessa di Silvio Berlusconi di voler portare le pensioni minime a mille euro. Oggi è una proposta surreale dato che manca l’elemento principale: le risorse finanziarie.
Già dal prossimo anno si ha il dubbio che gli assegni possano ricevere l’aumento del 2,7%. L’unico incremento extra che oggi il Governo è riuscito ad esaudire fa riferimento ai famosi 16€.
Ammesso e concesso che il Governo non riesca a reperire i fondi economici necessari per la riforma pensioni 2025 è importante far notare che sia la pensione di vecchiaia che quella anticipata non subiranno nessuna variazione.