Le pensioni dal 2025 in poi potrebbero approcciarsi ad un nuovo sistema previdenziale. Far pagare gli extra profitti generati dal lavoro basato sulle nuove tecnologie. Ad averlo accennato è Valeria Vittimberga, direttrice generale dell’Inps (durante un recente convegno). Secondo Vittimberga l’attuale sistema previdenziale che si basa sul pagamento delle pensioni mantenuto da chi lavora e da chi versa regolarmente i contributi, potrebbe cambiare forma. Ad esempio, si potrebbe pensare a trattare l’AI come un lavoratore, e far sì che i redditi prodotti dall’intelligenza artificiale siano convertiti in contributi INPS.
Pensioni 2025: la provocazione di Vittimberga
Se alle pensioni 2025 (e gli anni successivi) contribuissero in parte anche le macchine tecnologiche e basate sull’intelligenza artificiale, forse – per la direttrice Vittimberga – le aziende ci penserebbero due volte e non si creerebbero danni ai lavoratori più fragili (coloro che potrebbero essere realmente sostituiti dai big tech).
L’idea – più una provocazione – della direttrice INPS è mirata a ridurre l’impatto che potrebbe avere l’intelligenza artificiale sulla vita delle persone. Creando un simile modello di welfare si tutelerebbero i lavoratori più vulnerabili e si ridurrebbe il divario sociale contrastato dall’avanzamento delle tecnologie.
Un consulente digitale per le pensioni
Le pensioni 2025 saranno più moderne ma soprattutto digitali. Basti pensare che da quando è stato introdotto il consulente digitale per la pensione ad averne usufruito sono stati più di 2 milioni di cittadini.
Il servizio è stato studiato ed implementato dal PNRR per aiutare i cittadini a verificare l’eventuale accesso alle prestazioni complementari in base alla condizione in cui si trovano.
Lo stesso INPS migliora i suoi servizi e la piattaforma con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. Su MyInps ad esempio, i contribuenti possono accedere velocemente alle risposte alle domande più comuni, conoscere le informazioni più importanti, i requisiti necessari per l’accesso ad una prestazione e tutto ciò che è basato sulla propria condizione.
Altri strumenti AI gestiscono le PEC degli utenti, reindirizzandoli direttamente agli uffici competenti (fornendo una risposta a ciascuna domanda posta via email).
Tuttavia l’Italia resta ancora un Paese poco digitalizzato, soprattutto se il confronto avviene con gli altri Stati dell’Unione Europea. Nel nostro Bel Paese le aziende che hanno promosso formazione ICT ai loro dipendenti sono solo il 15%, nel resto dell’UE almeno il 20%.