Sulle pensioni 2025 non ci sono grandi cambiamenti, ma il sistema previdenziale è a serio rischio. A dirlo è il report gestito e pubblicato dal Civ in base all’andamento dell’INPS, e in riferimento alla situazione che si sta verificando non solo Italia ma anche in Europa. Il gap è rappresentato tra i contribuenti attuali, quelli futuri e i pensionati. In poche parole i costi per le pensioni sono troppo alte e i “pensionandi” troppo pochi.
Pensioni 2025: un rapporto critico
Le pensioni 2025 prospettano un quadro critico, in Italia c’è un calo di natalità significativo e il problema rimane il sistema previdenziale, che non è in grado di promettere prosperità ai futuri giovani e pensionati. Dal rapporto Civ emerge un problema di dipendenza tra giovani e pensionati, con numeri (pubblicati nel documento) preoccupanti. Tra le due fasce l’interdipendenza in Europa è al 36%, con un valore più elevato in Italia (al 41%) e Portogallo al 41,2%.
Sempre nel documento Civ lo stock delle pensioni rimane uguale. Il sistema attuale si basa sul metodo contributivo, ovvero che ogni lavoratore matura i requisiti della pensione per ciascun anno di contributo versato. Il problema resta però sulla sostenibilità finanziaria nel medio e lungo termine, dove il gap tra i pensionati e i futuri tali potrebbe essere compromesso. Il sistema attuale prevede che i contributi versati dai contribuenti vengono ripartiti nei vari cedolini pensionistici.
Lo squilibrio si verifica qualora le pensioni pagate fossero più alte rispetto ai contributi pagati dai cittadini italiani (sia dalle imprese che dalle persone fisiche).
Contrastare lo squilibrio
Il punto di squilibrio non sarebbe causato esclusivamente dal numero di contributi versati, ma anche dall’invecchiamento geografico, non riuscendo così a controbilanciare le due parti (giovani e pensionati, creando una dipendenza nociva).
Infine un ulteriore problema dell’Italia riguarda i costi delle pensioni. Rispetto alla media europea il nostro Belpaese affronta spese per il 16,3% del PIL, contro il 12,9% degli altri Paesi in UE.