Il rebus sulle pensioni 2025 è sempre più contorto. Tra le conferme di Opzione Donna e Ape Social, rimane il dubbio su ciò che ne sarà della Quota 103, che probabilmente verrà sostituita dalla Quota 41 ma in versione light.

Quota 41 light è la soluzione più concreta su cui il Governo starebbe lavorando. La misura dovrebbe entrare in manovra di bilancio già dopo la pubblicazione dell’aggiornamento sul documento di economia e finanza (Nadef).



Pensioni 2025: le soluzioni in atto

Sulle pensioni 2025 – anche se ancora nulla è deciso – il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon avrebbe pensato (insieme al Ministro Salvini) di accantonare obbligatoriamente dal TFR una parte che verrà destinata alla previdenza complementare (per compensare la riduzione dell’assegno pensionistico).



Ape Sociale

Una delle misure che dovrebbero essere approvate con certezza è l’Ape Sociale. Questa opzione è destinata ai lavoratori che vivono in situazioni di disagio come: caregiver, disoccupati, avendo una invalidità di almeno il 74% con almeno trent’anni anni di contributi o soggetti che svolgono attività usuranti con almeno 36 anni di contributi.

L’anticipo pensionistico si rivela maturato nel momento in cui il lavoratore raggiunge i 63 anni d’età e 5 mesi.

Opzione Donna

Opzione Donna potrebbe essere l’altra misura quasi certa da inserire nella riforma pensioni 2025. Rispetto al primo anno il periodo successivo ha registrato un crollo importante (1.700 domande rispetto alle 5.300).



Il peggioramento è stato causato dal restringimento dei requisiti e dalla finestra mobile (che ha allungato i tempi d’uscita).

Quota 41 light

Quota 41 è stata da sempre il cavallo di battaglia della Lega. La nuova versione light sarebbe più sostenibile nel lungo periodo ma non nel breve (data l’eventuale uscita massiva delle risorse per i lavoratori in uscita).

I pensionandi che godrebbero di questa misura andrebbero a perdere il 15% dell’assegno previdenziale (dunque potrebbe non essere così allettante).

Bonus Maroni

Il bonus Maroni è stato riformulato con una nuova edizione che mira ad incentivare i lavoratori che vorrebbero restare sul lavoro pur avendo maturato i requisiti per uscire anticipatamente (rinunciando dunque a Quota 103).

Per loro è previsto un incentivo economico (ad esempio l’esenzione al 100% dei contributi in busta paga) purché restino fino alla maturazione dell’assegno ordinario (67 anni d’età e un minimo di 20 contributi INPS).