A settembre sapremo con certezza cosa includerà la riforma pensioni 2025. Oggi possiamo ipotizzare soltanto alcune delle misure attuabili in base alle proposte della Lega e della nuova Quota 41 Light su cui ha lavorato Matteo Salvini insieme a Claudio Durigon.

Per poter introdurre Quota 41 in versione Light occorre dover abbassare inevitabilmente l’assegno pensionistico (non è ancora chiaro di quanto). Eppure questa – almeno per ora – sarebbe l’unica ipotesi più plausibile per rientrare nelle risorse a disposizione e per abolire la Fornero.



Riforma pensioni 2025: le differenze con il passato

La riforma pensioni 2025 dovrebbe prendere una strada alternativa rispetto a quella passata. Nel 2024 infatti, il Governo Meloni ha scelto di restringere i requisiti per Quota 103 e allungare le finestre temporali (con conseguente attesa ancora più lunga).

Questo ha comportato ad una minor adesione da parte dei lavoratori che avrebbero potuto uscire in modo anticipato. Su insistenza della Lega Quota 41 Light potrebbe arrivare senza inficiare troppo negativamente sui conti pubblici.



Quota 41 – seppur in versione più “soft” – funzionerebbe come la proposta originaria: uscire dal lavoro una volta versati almeno 41 anni di contributi previdenziali e indipendentemente dall’età anagrafica. Eppure, i rischi e le preoccupazioni del Governo non cessano d’esistere.

Le preoccupazioni del Governo

Se è pur vero che Quota 41 si adatterebbe alle pensioni 2025 grazie al minor sforzo economico per attuarla (ricordiamo che l’assegno pensionistico sarebbe più basso e dunque più sostenibile negli anni), è anche vero che in futuro molte domande per uscire anticipatamente potrebbero essere un rischio.



Il rischio è quello che un grande accumulo di pensioni anticipate potrebbe comportare un esborso troppo ingente per le Casse dello Stato (senza aver la certezza che ciò sia possibile). E infine anche il futuro pensionato potrebbe vivere in difficoltà a causa dell’importo dell’assegno troppo basso.

La soluzione per gli assegni troppo bassi

Il sottosegretario del Lavoro (del partito Lega) avrebbe la soluzione per colmare il gap con un eventuale assegno pensionistico troppo basso. Grazie alla previdenza complementare (le pensioni private) è possibile accantonare una buona parte rispetto all’assegno di base.

Per farlo – dato che oggi la complementare è facoltativa – Durigon propone di tagliare parte del TFR e destinarlo obbligatoriamente alle pensioni complementari, così da aiutare in futuro il pensionato che potrebbe avere un assegno troppo inferiore alle aspettative di vita.