Sono sempre di più i lavoratori che sottoscrivono fondi pensionistici con previdenze complementari per poter godere in futuro di un gruzzoletto di risorse aggiuntive che andranno a sommarsi alla pensione ordinaria che verrà percepita. Forse l’incertezza del futuro, forse la paura di non poter arrivare a maturare i contributi necessari a percepire una pensione corposa sta alla base di questa scelta. Ad oggi, come riporta Il Messaggero, quasi quattro milioni di italiani iscritti a 32 fondi pensione. Ma la percentuale di giovani che ricorre a queste forme di previdenza complementare è ancora bassa. Servono incentivi anche in questo senso.



Assofondipensioni ha fotografato i dati a fine 2023, ed è emerso che quasi il 40% tra dipendenti privati e pubblici dispone di una posizione di previdenza complementare, e tra questi il 48% ha scelto un fondo pensione negoziale. Giovanni Maggi, presidente della citata associazione, ha dichiarato questi numeri con entusiasmo puntando ora alla platea dei giovani.



FONDI PENSIONE: LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE NEL 2023 VALEVA 223 MLD

La previdenza complementare a fine 2023 valeva 223 miliardi di euro, totalizzando l’anno scorso 14,6 miliardi di euro, di cui il 44% è andato in fondi pensione negoziali. A rivelare questi dati è proprio Giovanni Maggi, che vuole lanciare una campagna per incentivare anche i giovani a investire nella previdenza complementare. L’esigenza del resto si fonda su aspettative che non sono propriamente rosee se guardiamo alla denatalità, ad un Paese sempre più vecchio demograficamente e ad un mercato del lavoro che ha bisogno di essere stimolato da politiche efficaci e durature nel tempo. Assofondipensione soprattutto ha chiesto al governo di intervenire sulla tassazione, andando a ridurla lavorando quindi sull’attrattività verso l’investimento nei fondi pensione.

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