Dall’anno 2024 le pensioni anticipate hanno subito un crollo significativo che ha destato non poche preoccupazioni. Un calo probabilmente dovuto alle restrizioni sugli accessi applicate dal Governo Meloni, rendendo la richiesta più complessa.
Nel 2023 le pensioni anticipate approvate ammontavano a 255mila, mentre l’anno dopo quaranta mila in meno (215). E se dessimo uno sguardo al passato, al 2019, Quota 100 faceva da padrona con il doppio delle richieste rispetto a quelle odierne e anche confrontate a quella di vecchiaia.
Pensioni anticipate con cali drastici: qual è la causa?
I motivi per la quale le pensioni anticipate sono sempre meno, potrebbero essere molteplici. Tra i più plausibili possiamo dedurre ai requisiti più restrittivi voluti dal Governo Meloni, oppure dalla Legge Fornero che piuttosto di essere eliminata come dalle volontà della Lega è rimasta.
L’esecutivo non ha ritenuto né ingiuste e né illegittime le prese di posizione del Governo, che anziché rendere più semplice l’uscita dal lavoro (in maniera anticipata) l’ha complicata.
Attualmente le soluzioni per uscire in quiescenza sono le stesse di un anno (Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale). fa ma con delle sostanziali differenze.
Sono state inasprite – in particolar modo – Ape Sociale ed Opzione Donna, complicandone gli accessi e riservandole soltanto ad un numero limitato e ristretto di cittadini. Basti pensare soltanto che Opzione Donna in due anni ha perso quasi 17mila beneficiarie.
Complicazioni con Quota 103
Anche i cambiamenti imposti a chi opta per Quota 103 hanno disincentivato i lavoratori ad uscire prima dal lavoro. Infatti, da adesso in poi per chi sceglie tale soluzione il calcolo del cedolino viene effettuato soltanto con il metodo contributivo (pur potendo usufruire del misto).
Ciò comporta un assegno più basso e dunque la voglia di rinunciare pur godendo di un cedolino più alto è decisamente elevata.
Come se non bastasse anche i tempi d’attesa – con Quota 103 – si sono allungati. I lavoratori ora dovranno attendere fino a 9 mesi e dunque è facile immaginare che molti futuri pensionati preferiscono optare per la Riforma Fornero (quarantuno anni e dieci mesi per le donne e un anno in meno per gli uomini).