Le pensioni e gli aumenti nel 2025 potrebbero non rispettare l’importo minimo previsto dalla nuova Manovra. A dirlo è il Parlamento stesso, che nelle ultime ora sta lavorando sull’emendamento affinché vengano rispettate le condizioni minime e discusse precedentemente.
Attualmente si parla soltanto di “incremento parziale e straordinario“, che equivale ad un rincaro di appena 2 euro al mese. L’emendamento però, mira ad inserire come parametro di rivalutazione il 2,7% piuttosto che il 2,2% (imposto in precedenza) garantendo così un aumento.
Pensioni con aumenti 2025 più consistenti
Le pensioni con aumenti più consistenti nel 2025 saranno garantite ad un numero ristretto di beneficiari. Nello specifico il rialzo include i cosiddetti soggetti che godono dell’incremento al milione, una misura che esiste dal 2001 e introdotta dall’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
L’incremento al milione è stato introdotto per favorire i pensionati con età avanzata e un reddito economico molto basso. Ai tempi si parlava di “milione delle vecchie lire”, mentre oggi naturalmente la conversione è in euro.
Cogliamo l’occasione per sottolineare che la soglia previdenziale oggi può toccare i 603,39€ per effetto della rivalutazione allo 0,8%.
Come funziona l’incremento al milione
L’incremento al milione è una misura che si aggiunge al trattamento pensionistico minimo (valgono anche le pensioni per invalidi civili al 100% e sull’Assegno sociale). Può essere garantito a chi si trova in difficoltà finanziarie e a chi è avanti con l’età.
L’importo che si aggiunge al trattamento pensionistico ordinario sarà di 136,44€, e può valere soltanto per i pensionati che godono di un assegno previdenziale inferiore al minimo (ovvero 603,39€) oppure per chi non ne ha ancora uno ma ha versato almeno un contributo a settimana nel regime retributivo (periodo antecedente al 31 dicembre del 1995).
I destinatari sono i contribuenti con età minima pari a 65 anni (al di sotto di questa soglia sono ammessi eccezionalmente coloro che percepiscono già dai 18 anni l’assegno di inabilità civile), e con limite a 70 anni (vi è la possibilità di ridurre l’età di ogni anno su ogni cinque di contributi versati).
Poniamo il caso di un pensionato che ha versato 20 anni di contributi ed è potuto andare in pensione, che godrà dell’incremento al milione già all’età di 66 anni.