Con il commissariamento dell’Inps si chiude l’era del presidente Pasquale Tridico, in quota M5s. Prima di lasciare, però, ha avuto a che fare con due grane. Da un lato l’erogazione maggiorata di alcuni assegni previdenziali sulle pensioni di reversibilità del 2020, dall’altro alcuni trattamenti che riguardano diverse famiglie che percepiscono l’assegno unico. Di conseguenza, milioni di italiani si ritroveranno a dover restituire all’Inps quanto incassato in più per un errore di calcolo dello stesso Istituto previdenziale.
Come evidenziato da Libero, i ricalcoli dell’Inps si sono trasformati in “controlli” per procedere con trattenute nei cedolini. Per quanto riguarda le pensioni di reversibilità del 2020, l’Inps ha annunciato il rastrellamento. Quindi, si inizia con un controllo incrociato di tutti i dati reddituali dei pensionati per quanto riguarda le annualità 2019 e 2020. Poi verificherà che la somma dei redditi percepita in quei due anni non superi le soglie previste in quel periodo. Ma a questo punto c’è il pasticcio: scatta il recupero dell’indebito spalmato nei prossimi mesi.
PENSIONI E ASSEGNO UNICO, IL DOPPIO PASTICCIO DELL’INPS
Se dalle verifiche emergesse una pensione di reversibilità superiore a quella prevista, allora la prima trattenuta scatterebbe nel cedolino di agosto 2023. Ma non è finita qui. Il recupero, infatti, avverrà con trattenute mensili che, come evidenziato da Libero, corrispondono ad un quinto dell’importo complessivo dell’assegno erogato con una rateazione massima in 60 versamenti. Ma prima di procedere col recupero coatto delle somme dovute, l’Inps contatterà i pensionati, che avranno solo 30 giorni di tempo dalla notifica per rispondere e contestare la decurtazione. C’è poi la questione dell’assegno unico universale. Nell’assegno di maggio verranno erogati anche importi extra dovuti all’adeguamento dell’Isee, al riconoscimento del premio alla nascita o alla presenza di persone con disabilità. Si parla in media di 272 euro a famiglia. D’altra parte, almeno 378mila famiglie dovranno restituire quanto è stato dato in eccesso dall’Inps, cioè 15 milioni di euro, che corrispondono a circa 41 euro a famiglia. Anche in questo caso l’Inps provvederà ad informare gli utenti.