Il numero dei lavoratori che si sono ritirati è superiore rispetto a quello dei lavorativi attivi? Non per Alberto Brambilla, presidente del centro studi e ricerche Itinerari previdenziali, che a La Verità smentisce i dati forniti dalla Cgia di Mestre. Quel dato, che starebbe spingendo il Pd a ripensare alla riforma delle pensioni e nello specifico alla legge Fornero, «è fuorviante» per Brambilla. «I pensionati sono molti meno dei lavoratori, semmai sono le prestazioni previdenziali che sono di più, ma perché in Italia si percepisce spesso più di una pensione». Per Brambilla in questa circostanza ha sbagliato anche il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo: «Io avrei preteso subito una smentita. Anche perché in Europa simili affermazioni si pagano». La scelta di non smentire quelle cifre sui pensionati non è affatto casuale per Brambilla, ma frutto di una strategia: «Non vogliono fare chiarezza sul fatto che questo governo sta buttando miliardi e miliardi nel più improduttivo assistenzialismo». Il silenzio della ministra Catalfo però «non rassicura l’Europa».



RIFORMA PENSIONI, “IN ARRIVO FORNERO BIS”

Nel frattempo, il Pd spinge per una riforma delle pensioni e quindi per eliminare Quota 100. «Si esaurisce con il 2021, non sarà rinnovata», ha infatti dichiarato il sottosegretario all’Economia Antonio Misiani. Eppure per Alberto Brambilla «Quota 100 non è tecnicamente impeccabile». Ma tornando alla vicenda dei numeri, il presidente di Itinerari previdenziali ha spiegato: «Affermare che i pensionati hanno superato i lavoratori attivi è una fake news. I lavoratori dipendenti erano nel 2019 23 milioni e mezzo contro 16 milioni e 200.000 pensionati». Pur riconoscendo che a causa del Covid il numero dei dipendenti è un po’ calato e che per effetto di Quota 100 il numero dei pensionati è invece lievemente cresciuto, «siamo a 22 milioni e 400.000 lavoratori contro 16 milioni e 400.000 pensionati». Peraltro, Brambilla ha evidenziato un altro aspetto: «Chi è uscito dal lavoro con quota 100 con un anticipo di due anni poi non peserà sulle prossime statistiche». Il rapporto tra attivi e pensionati è sceso da 1,44 a 1,36, ma non si può parlare di sorpasso.



“GOVERNO STUDIA RIFORMA ANCOR PIÙ DURA”

Per Alberto Brambilla bisogna stare attenti a cosa accadrà nei prossimi mesi. L’accusa al governo, attraverso i microfoni de La Verità, è netta: «Ci bruciamo 4 miliardi ogni mese e credo che si stia buttando molto fumo negli occhi per far dimenticare che stiamo spendendo montagne di quattrini in assistenzialismo puro». Invece quei soldi per il presidente di Itinerari previdenziali andrebbero investiti in cantieri e in posti di lavoro. «L’argomento pensioni perderebbe qualsiasi forza propagandistica». Più che di allarme spesa per le pensioni, bisognerebbe parlare di allarme lavoro quando scadrà il blocco dei licenziamenti. «Mi pare che sia in arrivo una Fornero bis ancora più dura. Ripeto: la spesa per le pensioni è pari a 150 miliardi ed è sostenibile». E allora cosa bisogna fare? Dire la verità e smettere «di giocare con le pensioni e creando occupazione. Se continuiamo con l’assistenzialismo e a far circolare notizie che spaventano l’Europa rischiamo sul serio», ha concluso Brambilla.

Leggi anche

Riforma pensioni 2025/ Proposte di flessibilità per la previdenza complementare (ultime notizie 11 dicembre)