Il Consiglio Europeo ha stabilito che il Recovery Fund resta di 750 miliardi con più fondi all’Italia (209) ma anche maggiori sconti (rebates) all’Olanda e il super freno d’emergenza per dare ai “frugali” la possibilità di veto sui singoli piani di rilancio dei 27 Paesi europei: intervistato dal Fatto Quotidiano l’economista belga Paul De Grauwe, ex parlamentare dei liberali conservatori VLD, spiega perché la narrativa dei Paesi Bassi sull’Italia “spendacciona” sia non solo ingiusta ma anche del tutto falsa. «Il governo olandese da almeno due decenni dice ai suoi cittadini che l’Olanda paga troppo all’Unione europea e che gli italiani sono pigri. Queste idee sono diventate una forza politica in Olanda, che perciò non vuole fare compromessi», spiega De Grauwe illustrando i motivi delle false narrazioni in arrivo dai cosiddetti “frugali”. In primis, è sulle pensioni che l’Olanda ha in più occasioni attaccato l’Italia e gli altri Paesi del Sud nel corso del lunghissimo Consiglio Europeo conclusosi stamane all’alba: «pensionati trattati bene in Italia? Non è vero se si guarda alle statistiche», spiega l’economista belga, «Gran parte di questa narrativa è basata su notizie false, come quella secondo cui gli italiani lavorano di meno e vanno in pensione prima. O anche l’idea per cui l’Italia non ha voluto fare austerità: quando guardi ai dati, però, l’Italia ne ha fatta almeno quanto gli olandesi».



L’ECONOMISTA “RUTTE DICE FALSITÀ SUGLI ITALIANI”

Non solo, secondo la visione di De Grauwe, negli ultimi anni l’avanzo primario italiano supera quello olandese (come dimostrano i grafici emersi già negli scorsi giorni “contro” la narrativa dei frugali anti-Italia): «la narrativa dei frugali è finzione. Il populismo non si basa sui fatti, ma su narrative fabbricate. Purtroppo, i fatti non convincono anche alcuni economisti olandesi che conosco, perché la questione è diventata emotiva». Il rischio di un compromesso difficile anche nel futuro sulla governance dei Recovery Plan dei singoli Paesi, spiega De Grauwe al Fatto, è concreto vista la narrazione che porta a ritenere l’altro sempre come un nemico: interessante infine il giudizio complessivo dato al Recovery Fund, utile ma comunque simbolico secondo l’economista belga «Anche se si raggiungesse un accordo, tutto partirebbe dall’anno prossimo e a piccoli passi, mentre ne abbiamo bisogno oggi. Il suo impatto sull’economia sarà minimo. Ma a volte i simboli possono essere importanti. Il Recovery fund darebbe il segnale agli italiani e ai politici in generale che hanno investito nell’idea europea che esiste una qualche solidarietà».

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