Sulle pensioni dei medici del 2024 entro la fine del mese di febbraio di quest’anno, dovrebbe trovarsi l’intesa per riuscire a pubblicare un emendamento che possa soddisfare le esigenze dei camici bianchi. Attualmente si parla di poter estendere l’età minima pensionabile a 72 anni.

Si attende nello specifico, la decisione ufficiale delle commissioni degli Affari costituzionali e Bilancio alla Camera, che potrebbe, giovedì 15 febbraio, introdurre il cosiddetto “scudo penale“, così come è stato sperimentato durante il periodo del Covid-19.



Pensioni dei medici 2024: nuovi emendamenti in vista

L’idea della maggioranza sulle pensioni dei medici per il 2024 (in realtà da estendere fino al 2025), è quella di portare a 72 anni l’età minima pensionabile per i camici bianchi (precedentemente fissata a 70 anni). Ill primo emendamento che risulta depositato è stato quello di Luciano Ciocchetti (Fratelli di Italia).



Il maggior problema graverebbe sulla carenza dei medici di base, motivo per cui l’estensione – obbligatoria – di altri due anni prima di uscire dal lavoro, sarebbe dovuto proprio a questo, per colmare questa mancanza (sempre più neofiti o aspiranti medici, sarebbero intenti a non addentrarsi nel settore).

In realtà il paletto sarebbe associato esclusivamente alle cariche dirigenziali e al monitoraggio delle attività dei giovani medici. Ovvero, poco prima di andare in pensione, si potrà optare per l’incarico da “tutor”, al solo fine di prestare attenzione al lavoro che viene eseguito dai neofiti in “camice bianco”.



Sempre Ciocchetti è intervenuto sentendosi positivo, tanto che in una recente intervista riportata da Ilsole24ore, ha commentato l’emendamento con certezza:

«L’intesa c’è sia sullo scudo penale che sulla risposta emergenziale alla carenza di medici elevando la possibilità di andare in pensione a 72 anno fino al 2025».

Prima ancora di comprendere come cambieranno le pensioni dei medici dal 2024 in poi, sappiamo già che entro il 2025 rimarrà applicato “lo scudo penale” per i camici bianchi che hanno le loro “giuste motivazioni”, tra cui: carenza di personale, o limite di punibilità sempre in base a delle colpe non a loro imputabili.