Il mondo delle pensioni in Italia è come sempre uno dei più caldi e complessi per quanto provoca in conseguenze tanto attuali quanto future per tutti i lavoratori preoccupati dal non avere garantito un pensionamento adeguato a fronte di una vita occupazionale già piuttosto sofferta. Dalla Legge Fornero alla Quota 100, passando per l’APE, gli ultimi Governi hanno tentato di mettere una “pezza” alla problematica della riforma pensioni anche se pochi giorni fa la CGIL di Maurizio Landini ha lanciato l’allarme per i 40enni di oggi che rischiano di andare in pensione addirittura dopo i 73 anni. Intervenendo a Uno Mattina Estate, l’ex ministro del Lavoro del Governo Monti Elsa Fornero ha provato a rispondere a tale allarme lanciando anche una stoccata a Lega e M5s che da anni contestano la “sua” legge del 2011 contenuta nel Decreto Salva Italia. La CGIL ha spiegato pochi giorni fa nel suo rapporto che chi ha cominciato a lavorare nel 1996 a 24 anni con un salario annuo di 10 mila euro e un part time, se ha avuto un anno di buco per ogni tre che ha lavorato, si ritroverà ad avere pensioni così basse da uscire solo a 73 anni. Parte della “colpa” di tale situazione è data proprio da un vincolo inserito nella Legge Fornero tutt’ora attiva che lega l’età del pensionamento al valore effettivo in termini economici della pensione (i vincoli legislativi non permettono di staccare prima dei settant’anni al di sotto di un importo, pari agli odierni 687 euro). L’ex Ministro replica così: «Il tema della pensione è giusto ma poi si scivola sempre sul lavoro: se ad una persona non si offre altro che una vita di lavoro precario e mal pagata è difficile pensare che avrà una buona pensione, se ce l’avrà è perchè interverrà il piano assistenziale dello Stato. Questo è il fondamento del metodo contributivo».



PENSIONI, LA PROPOSTA FORNERO IN RISPOSTA A CGIL E GOVERNO

La “nuova” proposta di Elsa Fornero viene poi articolata andando a destrutturare il sistema contributivo per inserire quello più congruo di tipo “assistenziale”: «il metodo contributivo che tutti lo elogiavano un tempo, dice che la pensione è il riflesso del risparmio obbligatorio accumulato durante la vita lavorativa. Ma il presupposto è una vita lavorativa normale: ma se questo non accade, allora ci vuole intervento di sostegno dello Stato, l’assistenza», ha spiegato sempre l’ex Ministro ai microfoni di Uno Mattina Estate. Per la Fornero, l’assistenza non deve essere finanziata con i contributi sociali – che rendono già troppo alti i costi del lavoro in Italia difficilmente competitivi con quello degli altri Paesi – ma «deve essere finanziata con la tassazione generale, ricorrendo al Fisco sui redditi in modo che chi è più ricco paga di più e aiuta gli altri, la Flat Tax è una sciagura». Netta e schietta come sempre, Elsa Fornero poi lancia il contenuto proprio della sua “proposta” formulata in questi termini: «il punto non è di garantire oggi a chi andrà in pensione tra 20 o 30 anni qualcosa, ma il punto è utilizzare oggi delle risorse per coprire i periodi di disoccupazione o di assenza di lavoro pagando i contributi via Stato. Che vale garanzia su pensione tra diversi anni se poi cambia anche il Governo e la riforma pensioni?». A domanda secca se oggi rifarebbe quella riforma pensioni considerata “lacrime e sangue”, la Fornero replica «Se le circostanze si riproporrebbero in quella modalità così drammatica come lo erano nel 2011, rifarei tutto». Qui l’intervista video completa a Elsa Fornero

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