Le pensioni che percepiranno in futuro i giovani d’oggi, rischiano di non essere sufficientemente proporzionate allo stile di vita. Il caos sulle prossime riforme pensionistiche desta preoccupazioni e timori ai contribuenti italiani, che giustamente si domandano: come ci si difende da questa situazione?

Secondo quanto emerso dall’analisi della Ragioneria Generale dello Stato, ai tempi attuali il tasso di sostituzione è pari al 75%, mentre nel 2050 scenderà al 67,6%.



Pensioni per giovani: il rimedio con la previdenza complementare

Il precariato, l’inflazione e l’aumento degli tassi d’interesse comporterà delle difficoltà oggettive ai giovani d’oggiPer non dipendere esclusivamente dalla pensione pubblica si potrebbe pensare ad investire nella previdenza complementare.



A questo punto le strade da poter intraprendere sono due: aderire al fondo negoziale oppure investendo privatamente in uno “non contrattuale”.

Quello “negoziale” viene previsto nella maggior parte dei CCNL ed implica il versamento di una quota annuale da parte del datore di lavoro. Nel terziario ad esempio, il capo di un’impresa versa al dipendente di 4° livello 370€ annui.

Il risparmio privato consiste in un’operazione più complessa e laboriosa: sarà il giovane stesso a dover individuare una soluzione più conveniente per soddisfare le proprie esigenze.



Automatismo reversibile

Gli esperti del settore ipotizzano ad una alternativa definita come “automatismo reversibile“. La proposta impone la sottoscrizione – per i datori di lavoro – al fondo negoziale ma concedendo all’impiegato la possibilità di recedere.

La previdenza complementare oggi è l’unico strumento più plausibile che permetterebbe ai giovani di vivere un futuro più roseo e con delle prospettive migliori rispetto a quelle attuali.

C’è da considerare che il miglior rendimento si ottiene dai fondi aperti, che senz’altro sono anche più rischiosi in quanto la scelta su quest’ultimi va valutata nei minimi dettagli.