Potrebbe a breve sparire Quota 100. La riforma del sistema pensionistico voluta fortemente dalla Lega, con Matteo Salvini che ha sempre definito “misura di cui vado orgoglioso”, potrebbe essere a breve… pensionata. Ad anticiparlo è stata l’agenzia Ansa, che ha reso pubblica la bozza del Piano di rilancio nazionale, il documento che permetterà appunto all’Italia di ripartire dopo la gravissima crisi economica causata dall’epidemia di coronavirus. Quota 100 ha come scadenza naturale la fine del 2021, ma non è da escludere che la misura venga abolita prima di quella data “alla luce della sostenibilità anche di lungo periodo del sistema previdenziale – si legge nel documento a firma del ministro dell’economia, Roberto Gualtieri – e del debito pubblico garantendo al contempo il rispetto per l’equità intergenerazionale e il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica fase così delicata”. La riforma pensionistica è stata una delle misure cardine, assieme al Reddito di cittadinanza, del governo Conte 1, quello composto dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega.



QUOTA 100 ABOLITA? SI PENSA A QUOTA 41

Ma se sul reddito rivolto alle persone in difficoltà l’esecutivo non ha mai fatto sapere di essere pronto all’abolizione, diverso è stato invece l’atteggiamento nei confronti di Quota 100. Già lo scorso mese di febbraio, Gualtieri si era espresso a riguardo, facendo capire che la misura non sarebbe stata prolungata, trattandosi comunque di un provvedimento nato come temporaneo e non definitivo. Si aprirà così a breve la stagione del dibattito fra il governo e i sindacati, e fra i protagonisti al tavolo delle trattative vi sarà senza dubbio Carmelo Barbagallo, al vertice della categoria dei pensionati, che già negli scorsi giorni ha fatto sapere: “C’è la volontà di affrontare il tema della flessibilità in uscita che va ripreso assieme alla costituzione di quelle due Commissioni,una sui lavori gravosi, l’altra sulla separazione nell’Inps tra previdenza e assistenza. Ho già inviato un messaggio alla presidenza del Consiglio e in breve tempo potremo riprendere il filo del discorso”. L’idea circolante è quella della cosiddetta Quota 41, ovvero, far andare in pensione anticipatamente tutti i lavoratori con almeno 41 anni di contributi senza il vincolo dell’età.

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