Parlando di pensioni, dopo la conferma di Quota 103 nel 2025, in una recente audizione tenutasi presso le Commissioni Bilancio di Senato e Camera, il Presidente INPS Gabriele Fava ha ritenuto importante dover evidenziare le criticità di questa misura di flessibilità (oltre che sulla decontribuzione a favore delle mamme lavoratrici).



Secondo il Presidente dell’ente previdenziale – almeno da ciò che fa intuire – Quota 103 è una misura che poteva essere rivista o anche “abolita”. Le adesioni sono scarse, appena 1.600 in totale, e il motivo è associato proprio alla scarsa convenienza sui limiti, calcoli e accesso.

Pensioni 2025, quota 103: quali sono le criticità della misura?

Quota 103 nel 2025 potrebbe essere poco allettante e non molto richiesta. La mancanza di adesioni, così come ha affermato il Presidente INPS Gabriele Fava, non risulterebbe conveniente né sotto al punto di vista economico e neanche personale.



Con il calcolo contributivo l’importo viene abbassato, e l’attesa fino alla pensione di vecchiaia (almeno a queste condizioni), potrebbe essere snervante.

Il Presidente Fava sottolinea inoltre, che dal momento in cui Quota 103 sta entrando a regime, l’anticipo del pre-pensionamento sarebbe pressoché “inutile” o comunque non conveniente dal punto per via dei coefficienti di trasformazione in rendita del montante.

Criticità per il bonus mamme lavoratrici

Dopo aver visto perché secondo il Presidente Fava nelle pensioni la Quota 103 nel 2025 risulterebbe complessa, cerchiamo di capire per quale altro motivo anche il bonus mamme 2025 sarebbe altrettanto complesso da attuare (specialmente per le lavoratrici autonome).



Fava ha ribadito la complessità del Decreto, facendo riferimento all’impossibilità di determinare preventivamente il reddito formatosi dalla madre lavoratrice autonome, visto che la decontribuzione viene applicata sull’ammontare complessivo.

Riconoscere l’esonero contributivo alle autonome è molto più difficile rispetto alle donne con un contratto di lavoro da dipendenti (dato che in quel caso il reddito è fisso e costante). Il Presidente suggerisce di inserire nel Decreto un limite mensile da basare per l’attribuzione del bonus alle autonome.

L’idea del limite reddituale entro cui usufruire del bonus è mirato a stanziare più risorse economiche verso quelle donne e madri lavoratrici più bisognose.