Il green pass servirà anche per ritirare le pensioni alle Poste o in banca. Senza, infatti, non si potrà accedere agli uffici postali o di credito per ritirarla. Lo prevede il Dpcm firmato dal premier Mario Draghi con cui è stato definito l’elenco delle attività essenziali a cui si potrà accedere dal 1° febbraio senza il certificato verde.



Di fatto, salta la norma che era stata inserita nella bozza, con cui erano state considerate «esigenze essenziali e primarie» quelle «indifferibili e urgenti connesse alla riscossione, presso gli sportelli di Poste Italiane spa e degli istituti di credito abilitati, di pensioni o emolumenti comunque denominati non soggetti ad obbligo di accredito». Pertanto, è saltata la deroga per permettere l’accesso agli uffici postali e alle banche. Dall’1 febbraio, così come accade per le finanziarie e tutti gli uffici pubblici, sarà necessario avere almeno un tampone negativo eseguito nelle 48 ore precedenti ma se antigenico rapido, invece 72 ore se molecolare.



GREEN PASS E PENSIONI: COSA CAMBIA DALL’1 FEBBRAIO

Inizialmente l’orientamento del governo sembrava quello di esentare dall’obbligo del green pass anche per l’accesso a Poste e banche. Ma nell’ultima bozza, quella diventata definitiva e poi firmata dal Presidente del Consiglio, è arrivato il colpo di scena. La sorpresa però è limitata, perché per ritirare le pensioni in banca o all’ufficio postale servirà il green pass base, non quello rafforzato. Cosa cambia per i pensionati?

Dal 1° febbraio sarà necessario essere vaccinati o guariti dal Covid da meno di 6 mesi, o avere almeno l’esito di un tampone negativo effettuato entro le 48 ore prima se rapido o le 72 ore se molecolare. È pur vero che in Italia la percentuale di vaccinati tra i pensionati è molto alta, quindi questa svolta non dovrebbe creare problemi. Inoltre, si tratta di una decisione legata al fatto che per questa categoria il Covid rappresenta un rischio molto alto, quindi la decisione del governo appare coerente con ciò.