PENSIONI E VITALIZI. Mai abituati a rinunciare a quattro ricche, grosse, crasse risate, quelle cioè essenziali e vitali in tempi di magra quali quelli del nostro Pil, ringraziamo per questo uno dei pilastri del nostro Governo: il vicepremier Luigi Di Maio. Il motivo fonte di questa allegria è semplice: ne azzeccasse, di quelle difficili, almeno una… Purtroppo Giggino in questo dimostra una tenerezza degna del diminutivo, al punto che attaccarlo quando sbaglia o scivola è come sparare sulla Croce Rossa. A differenza di Salvini. Eh già, perché dar di caccia al Matteone, (cui sta bene il colbacco ma che cerca ora di dismettere…. perché estate) è come seguir le tracce di un orso… russo.
Chiusa la parentesi digressiva salviniana che si vorrebbe far durare a nostra “punitione sic corporale sic intellettuale”, più a lungo del dovuto, torniamo al nostro “Di Bene in Maio”. Se Giggino avesse letto quanto ho scritto un anno fa avrebbe esultato nello stesso modo gridando “Bellissima vittoria” alla notizia della bocciatura da parte della Cassazione del ricorso di un ex parlamentare, contro il taglio dei vitalizi? E l’altro ex parlamentare, legale, Armaroli, avrebbe disegnato il terreno di confronto scivolando su quello additato, in error, da Boeri (“Quisque artifex fortunae suae” e glielo si era detto pure a lui)?
Ahimè che confusione, ahimè che classe dirigente non diligente e ahimè quando ci lamentiamo che i nostri figli non leggono…sic.. Per farla breve, Giggino celebra una vittoria che non c’è. O meglio c’è, ma finora non è ne sua, né dei ricorrenti perché ci sono 1.400 ricorsi sottoposti a un collegio giudicante di 3 membri da esaminare caso per caso.
Più pudicamente Fico e Casellati hanno taciuto, e io ringrazio della conferma cassazionista con buona pace di Boeri, anche lui un pò confusionario.