Tra 6-12 mesi l’Isis-K – la “costola” dello Stato Islamico che agisce in Afghanistan – potrebbe essere in grado di lanciare attentati contro l’Occidente, Stati Uniti inclusi. L’allarme arriva dal Congresso Usa, in particolare dall’intervento del vicesegretario alla Difesa Colin Kahl che ha spiegato in Aula gli ultimi resoconti dell’intelligence.
«Gli 007 valutano che sia l’Isis-K che al Qaida abbiano l’intenzione di condurre operazioni esterne, anche contro gli Stati Uniti, ma non ne hanno attualmente la capacità. Ma l’Isis-K potrebbe raggiungere tale capacità in qualunque momento tra sei o dodici mesi, mentre al Qaida tra uno o due anni», riporta il n.2 del Pentagono. È notizia degli scorsi giorni, fonte del regime dei Talebani, della cattura di 250 miliziani dell’Isis-Khorasan che hanno compiuto per i vari attentati giunti dallo scorso agosto in Afghanistan.
CAOS IN AFGHANISTAN: ANCORA DISTANZA AL G20
Il timore degli 007 occidentali è che la forza dell’Isis-K, se non fermata per tempo, possa crescere al punto di poter attaccare obiettivi internazionali sensibili, dall’Europa agli Stati Uniti d’America. Il tutto mentre i leader della Terra stanno per riunirsi a Roma nella due giorni di G20 conclusivo in Italia: dai bilaterali tra Biden, Macron e Putin potrebbero emergere novità sulla strategia di contenimento della duplice emergenza terrorismo in Afghanistan, anzi triplice se consideriamo l’opera di regime dei Talebani. Intanto in Italia, mentre si delineano le operazioni anti-terrorismo per il weekend del G20, la relazione del Copasir sulla sicurezza segnala l’esigenza di una legge contro la radicalizzazione islamista: «Il Comitato segnala l’esigenza urgente e non più dilazionabile di un intervento legislativo che, anche tenuto conto delle varie iniziative richiamate in precedenza e in analogia a quanto accaduto in altri ordinamenti europei, doti il nostro Paese di una disciplina idonea a contrastare in modo più incisivo il crescente fenomeno della radicalizzazione di matrice jihadista, quale nuova frontiera della minaccia terroristica», si legge nella relazione approvata dal Copasir in giornata. Web e carcere i terreni più “fertili” per la radicalizzazione.