Peppino Di Capri ha rilasciato un’intervista ai colleghi de “Il Giornale”, nella quale ha sfogliato alcune pagine del suo passato e rivelato anche di avere contratto debiti di gioco. Ma procediamo con ordine, partendo dall’incontro con Mina: “La conoscevo già dal 1958. A Ischia io cantavo al Rangio Fellone, lei al Moresco, che era a cento metri. Si chiamava ancora Baby Gate e andava sul palco con la sua band, ‘I solitari’. Erano giovanissimi. Lei era bellissima, molto simpatica e si faceva notare. Chi finiva prima, andava a prendere l’altro. Quando toccava a me, prendevo la mia Lambretta, la accendevo e partivo”.
Al termine dei rispettivi concerti, Peppino Di Capri e Mina andavano in giro “a svegliare pescatori o cuochi per fare uno spaghetto alle vongole o un piatto di pesce, perché avevamo una fame pazzesca”. Quando si incontrarono nuovamente alla “Bussola”, i due cantanti, dunque si conoscevano già e, peraltro, proprio in quel locale Peppino Di Capri fece il suo pranzo di nozze con la prima moglie Roberta. Come racconta lui, “Sergio Bernardini (gestore della Bussola, ndr) ci offrì di fare il pranzo nuziale da lui. Fu meraviglioso, con tanta gente, tutti elegantissimi. Gino Paoli arrivò in jeans, ma lui è sempre stato un tipo strano”.
PEPPINO DI CAPRI: “SCOPRII IMPROVVISAMENTE DI AVERE UN DEBITO DI GIOCO”
Ancora su “Il Giornale”, Peppino Di Capri ha rivelato che quel giorno, dopo avere scartato tutti i regali di nozze, si accorse che all’appello mancava proprio quello dell’imprenditore, Sergio Bernardini, ma non ci fece troppa attenzione, pensando che avesse pensato di offrirgli il pranzo. Invece no: “Mi chiese quattro milioni e mezzo di lire di allora. Io gli dissi: ‘Ma il regalo?’. E lui rispose: ‘Quello è già stato scalato’. Da cosa? Dal debito che avevo scoperto di avere”.
Infatti, Peppino Di Capri, dopo i concerti, aveva l’abitudine di giocare a carte alla Bussola: “Io, Sergio, Carletto Pirovano (cuoco del locale, ndr), Bruno Martino, Fred Bongusto e altri. Giocavamo a ‘ramino pokerato’ . Se vincevo io, Sergio Bernardini voleva subito la rivincita. Se vinceva lui, segnava subito. Alla fine dovetti pagare 4 milioni e mezzo per il mio pranzo di nozze, anzi per il mio debito a carte”.