Negli studi di Dedicato, programma in onda su Rai Uno da lunedì a venerdì, il grande Peppino Di Capri. L’artista campano si è presentato nello show del primo canale al piano forte, intonando Champagne, la sua grande hit: “Ci sono sempre questi sempreverdi, le più gettonate sono Roberta e Champagne anche fuori dall’Italia. Dedicata a qualcuno? No, a nessuno. E’ solo una bella canzone d’amore con tanto di tradimento, purtroppo succede. Venne pubblicata nel 1973 per Sanremo. Festeggiare la fine dell’amore? Per adesso non l’ho mai fatto, come si fa? Il dolore? Dipende dai due fidanzati. Io birichino da giovane? Al punto giusto, gli scugnizzi capresi si contavano su una mano e io penso di non esserci stato. Io sono fra le persone più adatte per essere scelto fra quelle serie che fanno questa professione”. Sulla sua esperienza con i Beatles: “Ho pensato di smettere nel “dopo Beatles”, quando aprivo i loro concerti. Li ho incontrati e conosciuti poco, per avere una foto ho aspettato l’ultimo giorno a Roma, è una foto che conservo con simpatia, è stata una bella esperienza. Una volta stavo riprendendo una loro canzone con una 16 millimetri e mi riprese George Harrison perchè era vietato, poi dissi che ero quello che apriva i loro concerti e me lo concessero”.



Un’altra sua hit è Saint Tropez: “La cantavo ma non l’avevo mai vista. Sono andato la prima volta in inverno, ed era tutto chiuso, poi ci sono tornato con la fascia del sindaco che mi premiava con le chiavi della città perchè avevo triplicato l’arrivo di turisti”. Sull’esperienza sanremese: “A Sanremo 15 volte, una bella esperienza, forse ci stava bene un premio alla carriera dopo tanti Festival ma non c’è stato. Nel 76 ne ho cantata un’altra che era avanti come testo, parlava di uno strip tease, prima volta che lei si parlava davanti al suo futuro sposo, vinse perchè quell’anno c’era una giuria di giovani. Il sognatore è una delle mie preferite. Cantare l’amore? C’è la soddisfazione del pubblico che ti segue, mentre vivere l’amore? Gli amori più belli son stati quelli di inizio carriera, come ad esempio non è peccato, che compie 63 anni. Alcune di una certa età mi dicevano che profanava le canzoni napoletane, chi era questo pazzo? Il napoletano perchè si presta a queste contaminazioni? Il napoletano è come l’inglese, ti addolcisce”.



PEPPINO DI CAPRI SULL’INFANZIA E LA MAMMA ‘MUSICISTA’

Sulla sua infanzia: “Da piccolo volevo fare Peppino Di Capri? Mi piaceva ‘suonnicchiare’ il pianoforte ma non sapevo di cantare. Una volta ci provai timidamente una sera e da quella sera iniziai a cantare. Ero appassionato a tutto ciò che era la tecnologia, avevo un radioregistratore per registrare le stazioni del mondo e sapevo così le novità che arrivavano da noi due tre anni dopo”. Sul suo rapporto con Gigi Proietti: “Ogni anno mi invitava al suo compleanno, era un divertimento nel divertimento, una serata assicurata. Lui mi adorava”.



Sulla madre: “Mia mamma ho scoperto a 10 anni che suonava il pianoforte, per me fu una sorpresa, non l’avevo mai vista suonare prima, ma canticchiava le canzoni classiche napoletane dell’epoca. Un giorno disse che i successi “di mia madre” dovevo farli conoscere ai miei coetanei”. Sulla moglie scomparsa: “Non era partecipe della mia parte artistica, scopriva le canzoni dopo tempo, le piaceva ascoltare la versione finale. Spesso la costringevo ad ascoltarla perchè per me era importante il suo giudizio. Le dedico ora le canzoni? Mi piace ascoltare quel periodo di canzoni, mi ricorda quel momento”. Quindi ha concluso: “A me non piace parlare, preferisco ascoltare, giudicare e fare mie certe situazioni. Una pazzia? Non ne faccio, faccio di peggio, saranno capitate ma sempre con le pinze”.