Per chi voteranno i pacifisti alle Elezioni europee 2024? A rispondere a questa domanda, sulle colonne de La Stampa, sono stati quattro esperti sondaggisti: Alessandra Ghisleri, Antonio Noto, Pietro Vento e Lorenzo Pregliasco. Tutti sono dell’idea che il peso che la potenziale fine della guerra può avere alle urne non sarà poi così determinante. Le priorità, almeno da un punto di vista prettamente politico, per i cittadini sono altre.
“Partiamo dal presupposto che tutti gli italiani o quasi si dichiarano pacifisti. Lo siamo di nascita, visto che quasi nessuno ha mai vissuto una guerra. Quello che pesa nelle elezioni però sono sempre le questioni economiche. Non si sceglie il voto in base al no alle armi. È diverso se dicessero che mandiamo soldati sul terreno. Ma allo stato non si può dire dove andranno quei voti”, ha sottolineato Alessandra Ghisleri. I numeri infatti sono piuttosto equilibrati e il dato che spicca su tutti è quello dei non votanti: tra questi i contrari alle armi sono il 70%. È della stessa idea anche Antonio Noto: “In Italia non c’è un profilo unico del mondo pacifista. Fin dalla nascita, negli anni ’80, si è sempre diviso in due. Avendo un profilo eterogeneo, ciò è probabile che accadrà anche alle europee”.
Per chi votano i pacifisti? Le previsioni dei sondaggi sulle Europee 2024 non sono chiare
Pietro Vento, per rispondere alla domanda su per chi votano i pacifisti alle Elezioni europee 2024, chiama in causa la Francia. “Gli italiani sono da sempre contrari più di ogni altro Paese Ue al coinvolgimento in qualunque forma di conflitto: hanno molto spaventato le parole del presidente francese Macron sull’ipotesi dell’invio di truppe in Ucraina. È un’opzione ritenuta sbagliata dall’85%. Uno su due è contrario anche all’invio di armi. Questo però non si traduce in una definita scelta elettorale. La questione guerra non influisce se non in minima parte”, ha ribadito.
Il parere di Lorenzo Pregliasco invece è leggermente più definito. “I pacifisti sono più donne che uomini, più al Nord che al Centro-Sud, mediamente più giovani, sotto i cinquant’anni. Ad oggi in buona parte votano il M5S e in parte la Lega. Santoro contende agli altri una fetta non enorme dell’elettorato. Poi tutto è possibile, ma mi sembra complicato che possa aspirare alla soglia di sbarramento del 5%”.