Per grazia ricevuta, diretto e interpretato da Nino Manfredi

La programmazione televisiva di Rete 4 prevede, per il pomeriggio di giovedì di 14 agosto, alle ore 16,50, la messa in onda del film di genere commedia e drammatico Per grazia ricevuta. È un film del 1971 realizzato in Italia dalla Cineriz, per la regia di Nino Manfredi, il quale si è occupato anche della stesura del soggetto e della sceneggiatura, in collaborazione con Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi e Luigi Magni.



Il film ha vinto il 24° Festival di Cannes per la migliore opera prima. Manfredi è stato uno dei più grandi interpreti della commedia all’italiana, accanto ad altri mostri sacri come Vittorio Gassman, Marcello matsroianni, Ugo Tognazzi e Alberto Sordi e qui si cimenta in una pellicola dai temi molto seri come la religione e la fede. Le musiche sono di Guido e Maurizio De Angelis con costumi realizzati da Danilo Donati, mentre nel cast, al fianco del principale protagonista Nino Manfredi, ci sono anche attori di primissimo piano: Lionel Stander, Delia Boccardo, Paola Borboni, Mario Scaccia, Mariangela Melato e Fausto Tozzi.



La trama del film Per grazia ricevuta: l’influenza della religione nella vita delle persone

Nella pellicola Per grazia ricevuta, viene raccontata la storia di un uomo di nome Benedetto Parisi. La vicenda ha inizio con un chirurgo che viene chiamato d’urgenza in un piccolo ospedale privato, per occuparsi di un intervento necessario per salvare la vita allo stesso Benedetto che ha tentato il suicidio. Ad attendere l’esito dell’intervento, ci sono la compagna Giovanna, peraltro in dolce attesa, e la mamma di lei Immacolata.

Quest’ultima ha il forte desiderio che Benedetto possa morire, in maniera tale che sua figlia possa sposare un avvocato amico di famiglia. Questo è un desiderio che la donna ha maturato anche in considerazione del fatto che Benedetto, dopo aver conosciuto il papà di Giovanna, Oreste, è diventato una sorta di ateo. La storia di Benedetto è molto particolare: è dovuto crescere con la sua zia in quanto rimasto orfano di entrambi i genitori. Una zia che per altro lo ha profondamente influenzato dal punto di vista religioso, facendogli credere di essere un peccatore e di commettere tanti atti impuri, quando in realtà lei non faceva altro che accogliere in casa diversi amanti con cui trascorreva notti d’amore.



Il povero Benedetto cresce in questo ambiente con una zia che non vede l’ora di potersi disfare di lui. Un giorno sorprende all’interno dell’armadio della zia un uomo, ma la donna riesce a fargli credere di aver visto Sant’Eusebio. Questa vicenda, insieme a un presunto miracolo avvenuto nel giorno della sua prima comunione, permettono anche alla zia di avere la scusa ideale per poter mandare via per sempre il povero Benedetto che va a vivere all’interno di un convento di frati. Lui trascorrerà gran parte della sua vita nel tentativo di capire se sia destinato a una vita consacrata oppure se tutto è basato su un qualcosa che in realtà non esiste. In questo avrà un ruolo importante proprio il papà di Giovanna e il suo modo di fare.