Lo storico francese Pierre Rosanvallon, in una intervista a Die Welt, ha parlato di come le nuove generazioni si approcciano al passato. Il pretesto è stato un recente discorso di Greta Thunberg, che ha fatto suo il concetto di ‘dal fiume al mare’ in riferimento alla Palestina libera. “Dovrebbe essere chiaro che non ha sufficienti conoscenze storiche e non ha idea del contesto storico in cui è stato creato questo slogan”, ha criticato.



L’attivista climatica tuttavia non sarebbe l’unica ad avere una concezione un po’ distorta delle questioni storiche. “La maggior parte dei giovani europei vede i conflitti di politica estera attraverso il prisma della colonizzazione, dei danni causati e degli effetti attuali. Si è verificato un chiaro cambiamento perché per la generazione precedente le questioni socioeconomiche o identitarie erano centrali”. La premessa in questione si lega anche all’antisemitismo. “Un giovane di 20 anni ha imparato dell’Olocausto a scuola, ma per lui è storia morta. Questo è il motivo per cui alle manifestazioni sul tema sono presenti così pochi giovani. Fanno una netta separazione tra oggi e ieri”.



“Per i giovani olocausto è storia morta”, il commento dello storico Pierre Rosanvallon

La percezione che i giovani hanno della storia, secondo Pierre Rosanvallon, è inoltre fortemente condizionata da ciò che vedono. “Le immagini sono la loro principale fonte di informazioni. Sono immagini che informano, preoccupano e indignano”, ha sottolineato. L’esempio della guerra tra Israele e Hamas è emblematico. “Siamo sopraffatti dalle immagini provenienti da Gaza, mentre sono state pubblicate solo brevi e sfocate sezioni di video dell’attacco del 7 ottobre”. Da qui è presumibilmente nata l’asimmetria – anche generazionale – nei giudizi sul conflitto in Medio Oriente.



In Francia, in tal senso, anche l’esponente della sinistra Jean-Luc Mélenchon non ha condannato i fatti del 7 ottobre. “Sta facendo il doppio gioco. Ha due terzi dei voti degli elettori musulmani. Quindi punta i piedi perché spera di poter avere un impatto in queste circoscrizioni elettorali che soffrono di una bassa affluenza alle urne. Attraverso la sua chiara posizione contro Israele, spera di conquistare i non elettori”, ha commentato lo storico.