In un recente intervento in occasione dell’apertura dell’86esima Fiera del Levante, da Bari, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini è tornato a parlare del ponte sullo stretto di Messina. Uno dei progetti più avveniristici che siano mai stati progettati (e forse realizzati) in Italia, che collegherà la terra ferma della penisola alla più vicina delle isole italiane, ovvero la Sicilia. Un progetto che darà lavoro a circa 100mila persone, a vario titolo, e che dovrebbe vedere la posa della prima pietra nel corso della prossima estate. Secondo il ministro Salvini, però, il ponte sullo stretto dovrebbe essere anche un progetto interamente italiano dal punto di vista dei materiali, impiegando acciaio prodotto nel Bel Paese, auspicabilmente, secondo lui, dall’ex Ilva di Taranto, oggi Acciaierie Italiane.
Salvini: “Per il ponte sullo stretto useremo l’acciaio dell’Ilva”
Insomma, secondo il ministro Salvini l’ex Ilva tornerà centrale nella realizzazione del ponte sullo stretto, dopo una crisi che la interessa da troppi anni e che sembra essere senza uscita. L’acciaieria, infatti, era finita la centro di diverse accuse che lamentavano il suo impatto sulla salute della popolazione di Taranto, con l’effetto che dopo la chiusura, venne salvata dal governo, che attualmente sostiene in cassa integrazione 2.500 dei 3mila dipendenti mai concretamente licenziati, ma lasciati in cig.
Per Salvini, però, “un’Italia senza Ilva non è Italia” e ha spiegato che “se l’anno prossimo potremo visitare i cantieri del ponte sullo stresso, che ha bisogno di acciaio, sarebbe frustrante far partire l’opera pubblica più grande al mondo andando a prendere materie prime all’estero”. Non basterà, tuttavia, la produzione esclusiva dell’Ilva, ma contestualmente “è importante che non chiuda”, così come secondo il ministro Salvini è importante “non legarsi mani e piedi alla Cina. Perché se chiude l’Ilva, l’acciaio noi lo prendiamo in Turchia, in India, in Cina“. Similmente, senza Ilva e senza acciaio “l’Italia non può essere una potenza industriale”. Tuttavia, il ministro ci ha tenuto anche a sottolineare che per quanto l’Ilva e l’acciaio siano importanti “la salute è fondamentale“, ed è necessario trovare un modo per decarbonizzare l’acciaieria prima di aprirla.