Il fallimento della controffensiva ucraina è un dato di fatto. Sulle cause si è soffermato il Washington Post con un’analisi approfondita da cui emerge che le forze armate ucraine, americane e inglesi hanno effettuato otto simulazioni di operazioni militari per pianificare la campagna, iniziata lo scorso giugno. Addirittura le simulazioni concludevano che l’Ucraina poteva raggiungere il Mar d’Azov e tagliare l’esercito russo a Sud in 60-90 giorni. Ma le valutazioni della Casa Bianca sulle capacità delle forze ucraine di “occidentalizzarsi” nel breve periodo sono state sbagliate, anche se per gli ufficiali dell’intelligence Usa le probabilità di successo dell’operazione non superavano il 50%. Inoltre, gli ufficiali americani e ucraini erano spesso in forte disaccordo su strategie, tattiche e tempistiche. Ad esempio, il Pentagono voleva che la controffensiva partisse a inizio o metà aprile per impedire alla Russia di continuare a rinforzare le sue linee, ma gli ucraini esitavano perché non pronti senza altre armi e addestramenti. Gli Stati Uniti erano favorevoli ad un attacco lungo l’asse meridionale, invece l’Ucraina riteneva di dover attaccare in tre punti lungo il fronte.



Con l’avvicinarsi del lancio della controffensiva, gli ufficiali ucraini avrebbero iniziato a temere perdite catastrofiche, mentre per gli americani il bilancio sarebbe stato più negativo senza un attacco. Tutti fattori che, secondo il quotidiano americano, rendono la vittoria dell’Ucraina contro la Russia sempre meno plausibile. Anzi, Washington Post scrive che il 2023 si sta chiudendo per Vladimir Putin con la sicurezza di poter aspettare l’Occidente e di assorbire il territorio ucraino già occupato dalle truppe. A ciò si aggiungono i problemi sul campo di battaglia. Il 70% delle truppe sono entrate in battaglia senza alcuna esperienza di combattimento. Peraltro, il comandante delle forze Usa in Europa non è riuscito a contattare il comandante in capo dell’Ucraina per settimane nella prima parte della controffensiva, a causa della tensione per la riconsiderazione da parte americana delle decisioni sul campo di battaglia.



L’ANALISI DELLA FALLIMENTARE CONTROFFENSIVA UCRAINA

L’analisi della fallimentare controffensiva ucraina da parte del Washington Post mette in evidenza una situazione di caos. Ogni fazione incolpava l’altra per i vari passi falsi o errori di valutazione. Ad esempio, i militari americani hanno concluso che l’Ucraina non era all’altezza nelle tattiche militari essenziali, comprese le perlustrazioni del terreno per determinare la densità dei campi minati. Invece, gli ufficiali ucraini sostenevano che gli americani non sembravano comprendere che i droni e tutti gli altri strumenti tecnologici avevano trasformato il campo di battaglia.



Di fatto, l’Ucraina ha riconquistato soltanto circa 518 chilometri quadrati di territorio, al prezzo di migliaia di morti e feriti e di miliardi in aiuti militari occidentali nel solo 2023. Nel frattempo, monta il malumore in Ucraina. Infatti, crescono le manifestazioni di giovani, studenti, persino adolescenti. Sono cominciate tre mesi fa, a Kiev e in altre città. Stando a quanto riportato da Le Figaro, la folla di manifestanti è più numerosa di quanto sembri, nonostante la legge marziale vieti qualsiasi assembramento sulle strade pubbliche. Nate come proteste per chiedere di indirizzare meglio le risorse, ora le manifestazioni stanno diventando sempre più radicali.

PROTESTE A KIEV CONTRO GOVERNO “HA PORTATO LA GUERRA QUI”

«Siete traditori della Rada (il Parlamento ucraino), siete corrotti! È una vergogna! Questo è il governo che ha portato la guerra in Ucraina! Nessuno di noi ucraini è responsabile di ciò che sta accadendo!», ha urlato un negoziante trentenne. «La nostra speranza sta morendo! Diteci come sopravvivere!», ha urlato un altro giovane. Un adolescente di 16 anni ha chiesto un «cambiamento in Parlamento», infatti la Rada e l’amministrazione locale sembravano essere i principali bersagli delle critiche, mentre Zelensky non è mai stato veramente menzionato. C’è chi invita alla calma: «Non possiamo parlare di sostituire i deputati ora. È un appello alla rivoluzione. Durante la guerra, la rivoluzione è inaccettabile».

«Come faremo a finire la guerra?», si chiedono i giovani ucraini, secondo cui la corruzione delle élite sembra essere la spiegazione principale delle difficoltà incontrate al fronte e, a differenza delle forniture di armi occidentali, che stanno diminuendo, questo è un fatto che gli ucraini possono affrontare direttamente. Un insegnante ha chiarito: «Non chiediamo la resa, il Paese deve essere difeso. In modo che tra dieci anni i ragazzi di oggi non debbano imbracciare le armi a loro volta». Ma si aspettano che la fine si avvicini, non insieme alla sconfitta.