Il pericolo nucleare in Ucraina esiste davvero dopo le minacce della Russia? Potenzialmente sì ma si tratta di una possibilità piuttosto remota, almeno secondo l’Avvenire. Bisogna distinguere tra la minaccia nucleare dovuta all’utilizzo di armi e quella di un disastro atomico, che potrebbe diventare realtà qualora vi fosse un incidente a uno o più dei quindici reattori presenti nelle centrali nucleari ucraine. Nessuno dei principali “attori” del conflitto ha mai fatto intendere di voler realmente utilizzare la minaccia nucleare contro Paesi nemici. La minaccia nucleare, che viene sbandierata dalle parti, porta ad un livello di tensione tale che si debba riadattare la politica interna ed esterna. Si tratta però di tattiche.
La probabilità di un incidente con rilascio di radioattività come a Chernobyl nel 1986 resta molto lontana, secondo Avvenire, per diversi motivi. Aspetti tecnici, logistici, ma anche questioni politiche ed economiche. Tutti i reattori ucraini, infatti, forniscono un’importante frazione di energia a uso civile e industriale e sono di fabbricazione russa. I reattori sono stati realizzati e installati dall’agenzia atomica di Stato, la Rosatom, per un totale di 250 miliardi di dollari. Un incidente porterebbe ad una pessima pubblicità per l’azienda russa.
Disastro nucleare in Ucraina: perché è difficile
Un eventuale incidente nucleare in Ucraina per mano dei russi metterebbe a repentaglio gli accordi che Mosca sta cercando di portare avanti con Pechino e Nuova Delhi, impegnate in una transizione energetica con il nucleare al fianco delle fonti rinnovabili. Xi Jinping entro il 2060 prevede che il 20% dell’energia prodotta localmente sia di derivazione nucleare. Evitare una nuova “sindrome Fukushima” è fondamentale per superare le proteste popolari che si opponevano alla costruzione di una nuova centrale. Produrre un danno irreparabile ad un reattore è molto dispendioso dal punto di vista finanziario ma richiede una precisione importante dal punto di vista militare.
Per chi volesse colpire una centrale, spiega l’Avvenire, sarebbe più funzionale e vantaggioso proporre una sorta di Fukushima II, ovvero causare un black-out energetico totale e duraturo eliminando il raffreddamento del reattore. Al momento, dunque, non sarebbe reale il pericolo di un disastro nucleare in Ucraina. Difficoltà dal punto di vista logistico, ma allo stesso tempo problematico per quanto riguarda l’aspetto economico.