Dubai è il nuovo paradiso fiscale per gli investitori russi, soprattutto per gli oligarchi che aggirano le sanzioni internazionali trasferendo capitali negli Emirati Arabi, incentivati dallo stesso governo. Da una nuova inchiesta pubblicata sul quotidiano francese Le Figaro, emergono particolari che aggiungono dettagli sui settori preferiti dai magnati del petrolio e dell’acciaio. “Investono soprattutto in immobili di lusso e yacht, e pagano in contanti“. Le testimonianze dei residenti confermano che la città è ormai diventata “terra di rifugio” per gli esiliati che scappano dal possibile congelamento dei beni e bypassano facilmente le restrizioni.
Ne sono arrivati più di 4.000 solo nel 2022. Un rapporto della compagnia immobiliare Henley & Partners dimostra che Dubai ormai è come se fosse “una succursale di Mosca“, dove si sono moltiplicati i locali dedicati ai miliardari russi, ristoranti, supermercati e scuole private. Negli Emirati aprire una nuova società è molto semplice, e non viene tracciata la provenienza dei fondi. Secondo l’esperto internazionale Mattew Hedges, la città degli emirati si è trasformata in una “nuova Svizzera“, nella quale possono essere trasferiti capitali in banca senza problemi, e non occorre neanche il visto. Lo dimostra anche il recente trasferimento di tutti i dirigenti della compagnia petrolifera Lukoil da Ginevra a Dubai.
Russia, attività a Dubai: prosegue export materie prime senza sanzioni
Secondo l’analista interpellato da Le Figaro, gli Emirati “incentivano i magnati a trasferirsi perché ovviamente l’interesse è reciproco“. Infatti, se precedentemente i rapporti commerciali tra i due paesi erano scarsi, ora tutto passerebbe dal canale di Dubai. Anche l’India ha iniziato ad acquistare il petrolio in valuta locale dirham. Le imprese cambiano nome e continuano ad esportare materie prime.
“Il grano russo è ora venduto a Dubai” afferma un broker locale, aggiungendo anche che “il 70% dell’Africa acquista grano dalla Russia in questa modalità” e questo prodotto non è soggetto a sanzioni. Dagli Stati Uniti però stanno aumentando le pressioni per spingere la federazione degli Emirati ad imporre restrizioni ai soldi dei miliardari russi. Tuttavia, sottolinea l’avvocato August Debouzy, “il messaggio non solo non è stato recepito, ma è stato inviato un chiaro segnale di respingimento di questo avviso“. E lo dimostra chiaramente la mossa strategica di Dubai di accogliere la licenza della banca russa MTS, la prima approvata dopo anni che permetterà all’istituto bancario di operare in traquillità negli Emirati Arabi.