I videogiochi violenti ci piacciono di più. Giochi come GTA, Fortnite o COD sono i più scelti da bambini, adolescenti e adulti, sia uomini che donne di ogni ceto sociale. Quello che sembra essere un genere violento è quello che più attrae, dunque, indipendentemente da fattori democratici e sociali. I loro contenuti aggressivi riescono dunque ad attirare un vasto pubblico: ma qual è il motivo? Secondo uno studio pubblicato da Motivation Science e condotto da ricercatori di biologia e psicologia dell’Università di Sydney e pubblicato su Medical Press, i giochi violenti riescono a soddisfare i nostri bisogni psicologici e per questo ci piacciono.
Sarebbe proprio il nostro desiderio di migliorare come individui a spingerci a giocare con videogiochi violentiMichael Kasumovic, uno degli autori dello studio della School of Psychology, UNSW Science di Sidney: “Ci consentono di migliorare le nostre capacità rispetto agli altri e superare le nostre paure”. Dunque si tratta di una ricompensa rispetto alla nostra motivazione.
Perché scegliamo videogiochi violenti
Secondo la ricerca dell’Università di Sydney, giocando con videogiochi violenti ricompensiamo il nostro senso di controllo, le relazioni sociali e il riconoscimento delle nostre competenze, spiega il Corriere. I videogiochi violenti ci permettono infatti di scegliere ad esempio armi più potenti, di uccidere nemici e di raggiungere sempre nuovi livelli e obiettivi. “I videogiochi violenti si prestano a soddisfare i nostri bisogni psicologici perché sono progettati in un modo da consentire di ottenere un senso di controllo e realizzazione e ci aiutano a capire dove ci collochiamo in una gerarchia sociale sulla base delle nostre prestazioni di gioco” ha proseguito Kasumovic.
La ricerca ha spiegato inoltre che i videogiochi violenti consentono anche di sperimentare situazioni pericolose, che probabilmente non affronteremmo nella vita reale. “I videogiochi violenti aiutano a esplorare le nostre paure intorno alla morte e possono essere un aiuto ad esprimere emozioni, in particolare la rabbia. Prima dell’era digitale le persone dovevano uscire di casa per giocare con gli altri, oggi abbiamo i mezzi per farlo con interazioni digitali” ha continuato Kasumovic. Lo studioso ha concluso dicendo che “I videogiochi possono consentire ad alcune persone di ottenere ciò che non riescono ad avere nel mondo reale, come una maggiore autostima e una migliore posizione sociale. È possibile che le persone provenienti da gruppi sociali inferiori siano attratte dai videogiochi violenti per il desiderio di raggiungere uno status più elevato, che forse possono ottenere nel gioco”.