Qual è il motivo per cui la seconda prova della Maturità 2022 non sarà di carattere nazionale? Un quesito che è tornato prepotentemente di moda nelle ultime ore, complice l’imminente avvio dell’esame di Stato (mercoledì 22 giugno la prima prova, l’indomani la seconda e ultima prova degli scritti, prima del colloquio orale, ndr). Proviamo a fare chiarezza sull’argomento, spiegando in prima battuta che si tratta di una decisione assunta dal Miur, che ha stabilito un 50% di prove affrontate a livello nazionale (la prima, per l’appunto, che sarà decisa dalla Commissione Maturità del Ministero).
Per quanto concerne la seconda prova della Maturità 2022, essa verrà decisa dalle singole commissioni scolastiche, le quali sono state chiamate a elaborare tre tracce differenti, imperniate sui programmi svolti in classe nel corso dell’anno. Fra queste, ne sarà poi sorteggiata una, che sarà esattamente quella che i maturandi si ritroveranno di fronte giovedì 23 giugno. Ma perché si è optato per questa soluzione e non per una prova nazionale come avvenuto in passato, nel periodo pre-Covid?
SECONDA PROVA MATURITÀ 2022: PERCHÉ NON È DI CARATTERE NAZIONALE?
La risposta a tale interrogativo è implicitamente contenuta in esso: a causa delle disparità tra le classi di tutta Italia in materia di programmi svolti. Come ha spiegato in una nota il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma, Mario Rusconi, “il rischio è di trovarci di fronte a forti differenze tra una scuola e l’altra. La prova sarà diversificata: i contenuti dello scritto faranno riferimento ai programmi svolti in classe, quindi, se c’è stato un arretramento a causa del Covid, tra assenze e quarantene, l’esame scritto sarà rapportato alle lezioni svolte”.
Tuttavia, Rusconi si è detto perplesso su questa novità: “La seconda prova scritta quest’anno avrà un peso minore. Proprio per questo motivo, quest’anno conta molto di più il percorso dello studente degli ultimi tre anni. Si tratta, comunque, degli stessi anni condizionati dalla pandemia e da una valutazione legata sempre a quanto si è riuscito a svolgere in classe. Questo è un problema serio, perché molti di questi diplomati si sottoporranno al test di accesso delle Università che, giustamente, non hanno abbassato il livello delle prove di ingresso”.