Dei sei nuovi membri dei Brics, quattro provengono dal Medio Oriente. I più forti dal punto di vista economico, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, aspirano ad una copertura geopolitica nel conflitto sempre più teso tra Occidente e Russia-Cina. Invece, per l’Iran l’ingresso rappresenta un’uscita dall’isolamento. Ma per il gruppo si tratta di una sfida ambiziosa, perché la cooperazione tra i futuri undici Paesi Brics non sarà affatto semplice. Arabia Saudita e Iran, così come Egitto ed Etiopia, sono in contrasto da anni. Dunque, il Medio Oriente porta con sé conflitti irrisolti.
Uno degli obiettivi dell’organizzazione è creare un nuovo ordine mondiale e interrompere il dominio del dollaro come valuta principale per il commercio internazionale. Ad esempio, per Cina e Russia è un’occasione per espandere la sua influenza politica globale a discapito degli Stati Uniti. Infatti, Argentina, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto ed Etiopia sono alleati Usa. Solo l’Iran è un avversario politico degli americani. Inoltre, i Brics attirano produttori di petrolio e vantano il Paese arabo più popolo e custode del Canale di Suez, l’Egitto.
“BRICS? NUOVO ORDINE MONDIALE MULTIPOLARE”
Secondo Sebastian Sons, esperto della regione del Golfo presso il think tank Carpo di Bonn, per Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti l’adesione ai Brics non vuol dire sostituire gli Stati Uniti come partner commerciale con Cina e Russia. Ma è un’opportunità «per posizionarsi in un ordine mondiale multipolare». In particolare, per Riyadh è l’occasione per avviare colloqui col rivale di sempre l’Iran. Infatti, dalla primavera è in corso un processo di riavvicinamento tra sauditi e iraniani mediato dalla Cina.
Sons a Presse ha spiegato che l’Arabia Saudita vuole diventare «portavoce del Sud globale» e coltivare relazioni più strette con India, Brasile e Sudafrica. «Ma questo non significa necessariamente allontanarsi ulteriormente dall’Occidente, bensì cercare di continuare il corso del pendolo: una svolta verso l’Oriente pur mantenendo le relazioni con l’Occidente». Anche gli Emirati Arabi Uniti vogliono ampliare la propria base economica. Entrambi i Paesi si stanno impegnando per una politica estera più indipendente e «vogliono sicuramente lavorare ancora più a stretto contatto con la Cina».