Il sodalizio Mogol – Lucio Battisti ha scritto la storia della musica italiana e fatto sognare intere generazioni, sfornando canzoni iconiche e immortali, come Acqua Azzurra Acqua Chiara, Dieci Ragazze, Mi ritorni in mente, Pensieri e Parole, I Giardini di Marzo e tanti altri capolavori. Il primo incontro tra i due avvenne nel 1965 e diede inizio ad una fase di grande espansione e successi. “Allora c’era questa formula per cui il musicista prendeva l’8% e il paroliere il 4%, la Siae voleva così. Battisti quando ha iniziato era un dilettante, eppure io non ho mai voluto fargli firmare nessun documento sotterraneo. Sempre il 4% a me l’8% a lui”, ha raccontato Mogol in una intervista, dove ha spiegato i motivi che hanno poi portato alla rottura con l’artista. A mettere in crisi il rapporto, secondo la sua versione dei fatti, la ridefinizione degli accordi contrattuali sulle percentuali dei diritti d’autore da spartirsi.
Mogol e la rottura con Lucio Battisti: “Una questione di principio”
Secondo la versione di Mogol “allora c’era questa formula per cui il musicista prendeva l’8% e il paroliere il 4%, la Siae voleva così. Battisti quando ha iniziato era un dilettante, eppure io non ho mai voluto fargli firmare nessun documento sotterraneo. Sempre il 4% a me l’8% a lui. Quando abbiamo venduto i diritti dei brani alla Numero Uno ho detto che avrei scritto alla pari: 6% a lui e 6% a me, altrimenti non avrei più scritto. Da allora Lucio ha cominciato lavorare con altri”. Infatti, poco dopo la rottura con Mogol, Lucio Battisti cominciò a collaborare con il poeta Pasquale Panella, dando vita ad una fase “sperimentale” e ancor più intrigante dal punto di vista musicale, portando alla luce perle come La Sposa Occidentale.
Insomma, non solo questione di soldi, ma anche il desiderio di Battisti di evolversi e sperimentare. Nonostante i malintesi e le incomprensioni con il cantante, Mogol ricorda Lucio con amore e ha sempre preso parte agli speciali a lui dedicati: “Parliamo di un grandissimo musicista, compositore e interprete. Il produttore dei Beatles gli offrì un contratto mondiale che lui non volle firmare. Rottura? Non sono attaccato al denaro, neanche so quanto ho in banca, devo sempre chiedere a mia moglie, è una questione di principio. Ai principi sono attaccato fino alla morte”, ha affermato. Ma come dicevamo nelle intenzioni di Battisti, c’era anche e soprattutto l’idea di guardare avanti, di tralasciare la logiche del mercato e sperimentare, ricercare e interpretare la musica in un modo nuovo, al fianco di Panella. Una fase in cui sono nati brani del calibro de La Sposa Occidentale, Estetica, Almeno l’inizio. Delle vere perle, che sancirono un taglio netto col passato, artisticamente parlando.