C’è una forte disparità di prezzo fra il vaccino di Pfizer, che a breve costerà circa 19.50 euro a dose dopo l’ultimo aumento, e AstraZeneca, fermo invece a soli 2.80 euro: come mai questa diversità? A provare a dare una risposta è stata la professoressa Anna Rubartelli, dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e membro del gruppo Scienziate per la Società, che interpellata dai microfoni dell’Huffington Post ha spiegato: “Prima di tutto, le modalità di conservazione. Pfizer finora veniva conservato a temperature di circa -70 gradi, ora sembra che possa resistere anche a -20 gradi. Vaccini come AstraZeneca, invece, possono essere conservati in un normale frigorifero e questo di certo abbatte i costi di gestione rendendo AstraZeneca molto più ‘maneggevole’”.
C’è poi una questione “tecnologia”, visto che i vaccini a mRNA come Pfizer e Moderna, sono i primi al mondo ad essere realizzati con la tecnica innovativa dell’Rna messaggero, a differenza invece del vettore virale adenovirus su cui si basa AstraZeneca ma anche Sputnik e Johnson & Johnson.
PERCHE’ PFIZER COSTA DI PIU’ DI ASTRAZENECA? “IL PRIMO E’ PER TUTTI…”
Differenza di costi fra Pfizer e AstraZeneca, anche dovuta ad un “gioco di strategia tra le diverse case farmaceutiche”, scrive l’Huffington Post, un po’ come del resto avviene in qualsiasi altro tipo di mercato: il costo deriva dall’andamento della domanda, dell’offerta e quindi dal numero di richieste e dalle dosi prodotte. Pfizer è inoltre al momento il vaccino più desiderato in quanto sembra estraneo alle varie reazioni gravi (seppur in piccolissima percentuale rispetto al totale dei vaccinati) che si sono verificate ad esempio con AstraZeneca e con Johnson & Johnson, e anche per questo risulta essere più caro. “In un mondo ideale in cui fossero disponibili Pfizer e Moderna per tutti – sottolinea a riguardo la professoressa Rubertalli – tutti sceglieremmo quelli. Ma nel mondo reale in cui c’è carenza di vaccini, in cui c’è la necessità di immunizzare la popolazione, dobbiamo utilizzare quelli che abbiamo, trovando la maniera però di utilizzarli nel modo giusto”. Proprio per questo AstraZeneca è stato prima sconsigliato agli anziani, poi solo agli over 60, di conseguenza il siero sviluppato dall’università di Oxford è divenuto meno “appetibile” sul mercato rispetto a Pfizer o Moderna, che sono invece iniettabili a tutti.