Sembra che Vladimir Putin possa vincere la guerra in Ucraina, per la prima volta da quando ha decretato l’invasione. A scriverlo The Economist, secondo cui la più grande risorsa della Russia «è la mancanza di visione strategica dell’Europa». Il settimanale evidenzia che il presidente russo sta rafforzando la sua presa sul potere, si è procurato forniture militari all’estero e sta contribuendo anche a mettere il Sud del mondo contro gli Stati Uniti. «In particolare, sta minando la convinzione dell’Occidente che l’Ucraina possa – e debba – uscire dalla guerra come una fiorente democrazia europea». Eppure, l’Occidente potrebbe fare molto di più per danneggiare Putin.



«Se lo volesse, potrebbe dispiegare risorse industriali e finanziarie pari a quelle della Russia. Tuttavia, il fatalismo, l’autocompiacimento e una scioccante mancanza di visione strategica stanno ostacolando il cammino, soprattutto in Europa», scrive The Economist in un editoriale in cui sferza l’Occidente che, per il suo bene e quello dell’Ucraina, «deve urgentemente scuotersi dal suo letargo». Il motivo per il quale la vittoria di Putin è possibile è che il successo si basa sulla resistenza piuttosto che sulla conquista del territorio. «Nessuno dei due eserciti è in grado di scacciare l’altro dal territorio che attualmente controlla. La controffensiva ucraina è in stallo. La Russia sta perdendo oltre 900 uomini al giorno nella battaglia per la conquista di Avdiivka, una città nella regione del Donbas. Questa è una guerra di difensori e potrebbe durare molti anni».



“RUSSIA VICINA ALLA VITTORIA, COSA DEVE FARE L’EUROPA”

L’anno prossimo «la Russia sarà in una posizione più forte per combattere, perché avrà più droni e proiettili d’artiglieria, perché il suo esercito ha sviluppato tattiche di guerra elettronica di successo contro alcune armi ucraine e perché Putin tollererà orribili perdite tra i suoi uomini», scrive The Economist. Le cose si mettono male, dunque, per l’Ucraina. Infatti, la Russia può contare su un vantaggio per il crescente sostegno straniero, come i droni dall’Iran e le munizioni dalla Corea del Nord. Invece, Turchia e Kazakistan sono diventati canali per i beni che alimentano la macchina da guerra russa. Il settimanale cita anche il piano occidentale per limitare le entrate petrolifere russe, fallito proprio perché è emersa una struttura commerciale parallela al di fuori della portata dell’Occidente. Inoltre, Putin sta vincendo anche perché ha rafforzato la sua posizione in patria.



Non c’è da stupirsi allora se l’umore a Kiev sia più cupo. Infatti, vengono riportate tensioni tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il generale Valery Zaluzhny. Inoltre, i sondaggi interni suggeriscono che gli scandali di corruzione e le preoccupazioni per il futuro dell’Ucraina abbiano intaccato la posizione di Zelensky presso gli elettori. L’Europa potrebbe dissuadere Putin dimostrando risolutezza nel suo impegno a favore dell’Ucraina. «Poiché gli arsenali sono già esauriti, è necessario impegnarsi maggiormente per aumentare la capacità dei produttori di armi occidentali. Le sanzioni potrebbero essere più mirate per dividere il regime dall’élite», scrive The Economist. Ma per il settimanale è essenziale anche l’azione politica. «Dovrebbe raddoppiare gli sforzi per garantire il progresso dell’Ucraina, con la promessa di denaro e di adesione all’UE. I leader europei non si sono resi conto dell’entità del compito – anzi, troppi sembrano sottrarsi ad esso. È una follia».