Il rapido accumulo da parte della Cina di missili nucleari, sottomarini e bombardieri, compresa un’arma d’attacco nucleare in orbita, sta facendo crescere il rischio di una guerra nucleare. A lanciare l’allarme è il gruppo bipartisan di specialisti del Lawrence Livermore National Laboratory, secondo cui gli Usa non sono preparati nell’affrontare le potenze nucleari di pari livello, Cina e Russia, per cui devono rafforzare la deterrenza. Gli analisti del Center for Global Security Research, del suddetto laboratorio, hanno approfondito la questione in un report di 71 pagine in cui giudicano insufficienti i piani e le politiche dell’amministrazione Biden. Inoltre, chiedono modifiche per riflettere i nuovi pericoli nucleari che sono «reali» e «in aumento».
Stando a quanto riportato dal Washington Times, il report chiede di aggiungere testate nucleari agli attuali missili balistici lanciati da sottomarini, costruire un nuovo missile balistico nucleare lanciato da sottomarini e di prepararsi a dispiegare i nuovi missili balistici intercontinentali a lungo raggio Sentinel su vettori mobili su strada. La triade strategica Usa composta da missili terrestri, sottomarini missilistici e bombardieri aerei ormai obsoleti, viene considerata «solo marginalmente sufficiente a soddisfare i requisiti odierni» per dissuadere Cina e Russia. «Per i requisiti di domani, le carenze sono ancora più evidenti. Gli Stati Uniti dovrebbero pianificare e prepararsi a dispiegare testate e bombe aggiuntive dalla riserva che hanno mantenuto per questa eventualità», si legge nel rapporto. Se l’amministrazione Biden ha spinto per ridurre il ruolo delle armi nucleari nella sua strategia militare, Cina e Russia stanno invece incrementando il ricorso a queste forze strategiche.
GUERRA NUCLEARE ALLE PORTE? I POTENZIALI RISCHI
Anzi, nel febbraio 2022 c’è stato l’accordo tra Russia e Cina per far crescere la cooperazione strategica per sfidare le forze di deterrenza Usa. Questo, secondo quanto riportato nel report, ha costretto i pianificatori statunitensi a dividere la loro attenzione e le risorse tra le due potenze. Un’azione coordinata tra Cina e Russia potrebbe anche dividere Usa e alleati, rallentare la proiezione di potenza e minacciare un’escalation nucleare, avvertono gli esperti. Dal punto di vista geopolitico, il rischio di una guerra tra queste grandi potenze «è reale e sembra essere in aumento». Dopo aver mantenuto un deterrente nucleare minimo, la Cina ha incrementato la sua riserva di testate nucleari, che dovrebbero passare a quota 1.500 entro il 2036, mentre solo un decennio fa erano circa 200. Lo stock nucleare Usa è inferiore a 1.500 testate strategiche dispiegate, con molte altre in deposito, mentre quello della Russia è di almeno 1.500 testate.
Sia Stati Uniti che Russia avrebbero dovuto limitare le testate dispiegate a 1.550, tenendo conto dei termini del trattato sugli armamenti New START, ma il presidente russo Vladimir Putin ha recentemente annunciato che Mosca non rispetterà più i limiti, nonostante il trattato rimanga in vigore fino al 2026. «Per troppo tempo Washington ha reagito ingenuamente alle ambizioni nucleari dichiarate di Pechino e Mosca, ha ignorato i segnali d’allarme mentre questi paesi costruivano le loro forze nucleari e si impegnavano nella coercizione nucleare, e si è ostinatamente aggrappata alle reliquie dei trattati della Guerra Fredda per mantenere un falso senso di sicurezza», ha dichiarato il repubblicano Doug Lamborn, presidente della sottocommissione per le forze strategiche dei Servizi Armati della Camera, come riportato dal Washington Times.
ARSENALE CINA PREOCCUPA: LA FORZA NUCLEARE
Il gruppo di esperti raccomanda di caricare le testate rimosse dai missili nell’ambito dell’accordo New START. Per quanto riguarda la deterrenza a lungo termine nei confronti della Cina, viene evidenziata «la necessità di rafforzare la deterrenza nucleare estesa con il dispiegamento di capacità aggiuntive e più diversificate, tra cui l’SLCM/N». Si tratta del missile nucleare da crociera lanciato da un sottomarino. L’accumulo nucleare della Cina, secondo il rapporto, potrebbe superare le 1.500 testate in futuro, perché l’espansione della forza nucleare cinese è «massiccia e rapida». Entro il 2036, la forza nucleare cinese comprenderà più di 1.338 testate strategiche, tra cui 522 lanciamissili armati con 1.140 testate. I missili intercontinentali saranno 390 in silos e altri 132 in lanciatori mobili su strada, mentre la forza sottomarina comprenderà 84 missili armati con 252 testate e la forza dei bombardieri supererà le 18 testate. Ma a preoccupare in particolare è un missile in orbita polare chiamato “sistema di bombardamento orbitale frazionario“, che dovrebbe essere schierato entro il 2036.
«Tale sistema rappresenta una potenziale minaccia decapitante per il sistema di comando e controllo nucleare degli Stati Uniti», si legge nel report. La bomba nucleare orbitante, testata nel 2021, accresce il timore che la Cina abbia intenzione di costruire nel tempo una forza nucleare più grande di quella degli Stati Uniti. Il rapporto, intitolato “China’s Emergence as a Second Nuclear Peer” (“L’emergere della Cina come seconda potenza nucleare“), conclude che gli Usa devono attivarsi rapidamente, poiché la Cina è in procinto di unirsi ad essi e alla Russia come terza superpotenza nucleare del mondo. I due rivali potrebbero usare i loro arsenali nucleari a scopo di coercizione geopolitica o, nel peggiore dei casi, in un vero e proprio combattimento nucleare, individualmente o insieme. «Se gli Stati Uniti si dimostrano incapaci di adattarsi a queste nuove circostanze, la loro capacità di plasmare l’ambiente della sicurezza nucleare diminuirà ulteriormente. Questo non farebbe altro che alimentare la percezione di Pechino e Mosca di un declino e di un arretramento americano. È nel nostro interesse collettivo che ciò non accada», conclude il rapporto.