Perché in Italia ci sono ancora così tanti morti di Covid? È una domanda che ci continuiamo a fare da mesi, senza ancora riuscire a trovare risposta. La prima ondata ci ha colpito in modo così violento che ha ancora un peso rilevante nel bilancio delle vittime. Al culmine della seconda, invece, abbiamo superato il Regno Unito, ora che siamo nel pieno della terza (e si spera ultima) ondata, con i vaccini a disposizione, non riusciamo ad abbattere la curva dei decessi. Eppure, abbiamo pure il sistema a colori, introdotto ancor prima che venissero approvati i primi vaccini anti Covid. Ma il bollettino continua a parlare di oltre 400 morti al giorno. Una catastrofe quotidiana che ci spinge a chiederci se non esista davvero un’anomalia italiana e perché. Le ipotesi sono diverse. In primis, quando abbiamo avuto gli strumenti per proteggere i soggetti più vulnerabili, cioè i vaccini, non abbiamo cominciato a vaccinare gli over 80, ma gli operatori sanitari.
A fine marzo, in Germania è stato vaccinato il 72% degli over 80, in Italia il 57%. La differenza è gradualmente diminuita rispetto alla primissima fase della campagna vaccinale, ma evidentemente non al punto tale da riuscire a far crollare la curva dei decessi.
MORTI COVID IN ITALIA: CASO VACCINIcron
I motivi sono due, secondo l’analisi fatta dal Corriere della Sera. In primis, le prime dosi di vaccino anti Covid hanno effetto dopo 12-14 giorni. Inoltre, le misure di contenimento hanno effetti sul numero dei morti a distanza di 4-6 settimane. Così si spiega il motivo per il quale la Gran Bretagna, che già a gennaio aveva coperto il 75% degli over 80, ora registra numeri bassissimi in merito ai decessi. C’è chi sostiene che in Italia ci sono più morti di Covid anche perché siamo il Paese più vecchio d’Europa. Ma in Germania l’età media è di un anno superiore all’Italia. C’è poi il fallimento della medicina di base, che però poteva spiegare il disastro nella prima ondata. C’è un aspetto, invece, che andrebbe valutato meglio: il nostro costante ritardo nelle restrizioni, per il quale ci ritroviamo a rincorrere un virus che però va molto più veloce. A marzo del 2020 siamo stati i primi a chiudere, la Gran Bretagna l’ultima e infatti ebbe un picco terribile con un plateau di mortalità durato più a lungo.
MORTI COVID IN ITALIA: CAOS RESTRIZIONI
Nella seconda ondata, invece, siamo stati noi a prendere una strada diversa, lanciando il sistema delle zone mentre gli altri chiudevano. Da allora gli altri hanno mantenuto restrizioni ferree, noi meno. A differenza nostra, all’estero hanno mantenuto le misure di contenimento in modo costante. L’Italia ha chiuso dopo e ha avuto un picco di spostamenti a Natale, ma soprattutto ha riaperto con le zone gialle. Dunque, a marzo abbiamo avuto il triplo dei morti della Germania e il 30% in più della Francia. Secondo un recente studio del Ministero della Salute, Istituto superiore di sanità (Iss) e Fondazione Bruno Kessler, vaccinando 500mila persona al giorno e con le attuali restrizioni, il ritorno alla normalità sarà possibile entro agosto. L’abbandono progressivo delle misure di contenimento potrebbe postare il traguardo di 14, 16 e 17 mesi dall’inizio della campagna vaccinale e comporterebbe, nella peggiore delle ipotesi, la morte di altre 40mila persone.