Il vaccino anti Covid di Moderna è davvero migliore di Pfizer o la differenza tra le “prestazioni” dei due sieri è legata al fatto che il dosaggio del primo è più alto? Le ricerche pubblicate negli ultimi mesi segnalano che il vaccino di Moderna rispetto a quello Pfizer indice un numero di anticorpi più alto e ha un’efficacia più alta per quanto riguarda la prevenzione dei ricoveri. Inoltre, uno studio del National Institutes of Health invece ha scoperto che il richiamo alza il livello di anticorpi più di quanto faccia il vaccino di Pfizer. Entrambi comunque sono migliori del vaccino Johnson & Johnson, la cui efficacia contro l’infezione è crollata dall’88% al 3% a metà agosto. Va però tenuto conto che i vaccini differiscono nel loro dosaggio. Con Pfizer si somministrano 30 microgrammi di vaccino, Moderna ne contiene 100, mentre per i bambini si sta andando con 50 per quest’ultimo, 10 per Pfizer. Facile allora chiedersi se la differenza nella protezione-efficacia dipenda anche dalla quantità che viene inoculata ed è l’aspetto che ha approfondito The Atlantic.



MODERNA E PFIZER A CONFRONTO

In primis, va precisato che le dosi dei vaccini Pfizer e Moderna sono misurate in massa di nanoparticelle lipidiche di mRna, mentre quelle di Johnson & Johnson sono misurate contando il numero di particelle di adenovirus innocuo; quindi, non si può fare un confronto tra particelle diverse. Più facile, dunque, il confronto tra due vaccini per i quali è stata usata la stessa tecnologia. In ogni dose di Moderna c’è una quantità di ingrediente attivo tre volte superiore rispetto a Pfizer. “Nel tempo, quella dose più alta potrebbe essere ciò che sta guidando la differenza nell’efficacia protettiva”, ha dichiarato John Moore, professore di microbiologia e immunologia alla Weill Cornell Medicine, a The Atlantic. Anche la differenza tra i programmi di dosaggio. Ad esempio, un cittadino vaccinato con Pfizer ha ricevuto 60 microgrammi in tre settimane, con Moderna invece 200 microgrammi in un mese. Questo per l’immunologo Mark Slifka, della Oregon Health and Science University, può spiegare il motivo per il quale la protezione offerta dal vaccino di Moderna è più duratura.



L’IMPORTANZA DEL NUMERO DI DOSI

Anche il numero di dosi ha un suo ruolo, perché così si insegna al sistema immunitario che una particolare minaccia va presa sul serio. Lo ha spiegato Mark Slifka a The Atlantic, chiarendo che avere più cicli di una dose di dimensioni moderate può esser meglio che ricevere una “megadose”, perché più vaccino si prende in una volta, peggiore è la probabilità che gli effetti collaterali siano. Sul vaccino di Johnson & Johnson invece ci sono più dubbi. C’è chi ritiene che con due dosi sarebbe all’altezza di Moderna e Pfizer e che nel confronto con una sola dose di quelli a mRna avrebbe un’efficacia superiore per la prevenzione di ricoveri e morti e comunque più duratura. D’altra parte, c’è chi ritiene che la tecnologia a mRna sia superiore. Risposte certe potrebbero arrivare con studi controllati randomizzati di dosi leggermente più grandi e più piccole, con intervalli diversi, ma nessuno ha intenzione di dedicare risorse per rispondere a domande così specifiche in un momento in cui metà del mondo non ha ancora ricevuto una dose.

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