Il Peregrine, primo lander privato in viaggio verso la Luna, ha abortito la sua missione. Il veicolo spaziale della società Astrobotic era decollato nella giornata di ieri, lunedì 8 gennaio 2024 da Cape Canaveral in Florida, ma poco dopo il decollo ha registrato un’anomalia e in seguito la stessa azienda ha spiegato di aver ufficialmente abbandonato il tentativo di portare la sua navicella spaziale sul satellite della Terra.



Secondo quanto spiegato dalla compagnia la navicella ha subito una perdita “critica” di propellente dovuta ad una perdita di carburante. Inizialmente si era verificato un problema alla batteria, che era stato risolto, dopo di che è giunto questo secondo “inceppo” che ha obbligato Astrobotic a fare marcia indietro. In una dichiarazione giunta lunedì sera la società aveva segnalato una perdita di carburante che stava causando una riduzione della potenza dei propulsori nonché un problema al sistema di controllo dell’assetto del lender Peeregrine. Astrobotic aveva spiegato che i sistemi propulsivi avrebbero potuto funzionare per altre 40 ore al massimo: “In questo momento – diceva l’azienda – l’obiettivo è portare Peregrine il più vicino possibile alla distanza lunare prima che perda la capacità di mantenere la posizione di puntamento del sole e di conseguenza perda potenza”. Pochi minuti fa però, la decisione di abortire definitivamente la missione. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



PEREGRINE, PROBLEMI NEL VIAGGIO VERSO LA LUNA PER IL LANDER. ASTROBOTIC: “ANOMALIA DELLA PROPULSIONE”

Una storica missione privata diretta alla Luna ha rischiato di trasformarsi in un potenziale fallimento a causa di problemi tecnici. Fissato sulla parte superiore del nuovo razzo Vulcan della United Launch Alliance, il Peregrine Lunar Lander di Astrobotic è decollato durante la notte dalla stazione spaziale della Cape Canaveral in Florida, per poi separarsi con successo dal suo veicolo di lancio circa un’ora dopo. Le squadre di controllo a terra hanno scoperto di non essere in grado di puntare correttamente il veicolo spaziale senza pilota verso il sole, cosa necessaria affinché il suo pannello solare montato sulla parte superiore raggiunga la massima generazione di energia per i sistemi di Peregrine.



Astrobotic ha commentato così l’incidente: “Il team ritiene che la probabile causa dell’instabile puntamento del sole sia un’anomalia della propulsione che, se dimostrata vera, minaccia la capacità della navicella spaziale di atterrare dolcemente sulla Luna”. La società ha aggiunto che Peregrine è attualmente in un blackout previsto e che appena possibile ristabilirà i contatti con la Terra, spiega Insider Paper. È previsto che Peregrine raggiunga la Luna, quindi mantenga un’orbita per diverse settimane prima di atterrare su una regione della Luna a media latitudine chiamata Sinus Viscositatis, o Baia di Stickiness, il 23 febbraio.

Peregrine Lunar Lander, perdita di comunicazione con la Terra

Secondo Astrobotic, “la probabile causa dell’instabilità dell’orientamento solare potrebbe essere un’anomalia nella propulsione che, se confermata, minaccerebbe la capacità della navicella spaziale di compiere l’atterraggio morbido sulla Luna“. E ancora si legge: “Come mostrato dal team la batteria del veicolo spaziale sta raggiungendo livelli operativamente bassi. Poco prima di entrare in un periodo noto di interruzione della comunicazione, il team ha sviluppato, eseguito e improvvisato una manovra per riorientare i pannelli solari verso il Sole. Poco dopo questa manovra, la navicella spaziale è entrata in un periodo previsto di perdita di comunicazione”.

A bordo del Peregrine Lunar Lander di Astrobotic ci sono venti strumenti scientifici, di cui cinque della NASA. Sono presenti poi oggetti tra cui alcune capsule contenenti campioni di DNA e ceneri, tra cui quelle di Gene Roddenberry, il creatore di Star Trek. La missione di Peregrine sulla Luna ha come scopo quella di raggiungere e completare un atterraggio morbido presso la Bay of Stickness, un’antica pianura lavica chiamata anche Sinus Viscositatis. Qui dovrebbe effettuare misurazioni sul ghiaccio d’acqua superficiale e sotterraneo, ma anche dei livelli di radiazione, del campo magnetico e dello strato estremamente tenue di gas: tutto per preparare le future missioni Artemis della NASA.