L’annuncio della pallavolista Francesca Marcon, che ha rivelato di avere la pericardite dopo essersi sottoposta alla vaccinazione anti Covid, ha riacceso i riflettori su questa patologia. Si tratta della infiammazione della membrana che protegge il cuore. Questa condizione è associata ai vaccini a mRna, infatti l’Agenzia europea del farmaco il mese scorso ha raccomandato di inserirla tra i nuovi effetti collaterali, insieme alla miocardite, che invece è l’infiammazione del tessuto muscolare cardiaco. Si tratta però di casi rari, come si evince dai dati europei esaminati dal Comitato per la sicurezza dell’Ema. Si sono verificati infatti 157 casi di pericardite e 164 di miocardite, quindi 321 in tutto, su 200 milioni di dosi somministrate.
Sono stati registrati entro due settimane dalla vaccinazione, in particolare la seconda e soprattutto nei giovani maschi, e si risolvono in pochi giorni. Per quanto riguarda la pericardite, i sintomi sono di malessere generale e aumento dei battiti, quindi possono comparire anche alterazione del ritmo cardiaco e dolore. Questo perché il cuore non lavora bene, non riesce a espandersi a dovere.
PERICARDITE DOPO VACCINO: LA POSSIBILE CAUSA
La miocardite invece si manifesta con palpitazioni, aumento della frequenza cardiaca, un senso di oppressione al torace, in alcuni casi anche febbre e tosse. Queste condizioni hanno spesso origine virale, infatti prima del Covid la miocardite era solitamente una conseguenza di un’infezione influenzale. Finora miocardite e pericardite, emerse dopo il vaccino tra i giovani, sono trattate con farmaci antinfiammatori FANS o cortisonici. Al momento non è chiaro il motivo per il quale la pericardite e la miocardite si manifestino dopo la vaccinazione. Un’ipotesi è che si verifica un eccesso di risposta infiammatoria in seguito allo stimolo vaccinale.
Nell’ultimo report pubblicato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) in merito agli eventi avversi post vaccino, sono state segnalate tra gli eventi avversi molto rari proprio la miocardite e la pericardite anche tra i 12 e 17 anni, ma parliamo di 3 casi ogni milione di dosi somministrate. Proprio perché si tratta di casi molto rari, FDA ed Ema ritengono che i benefici del vaccino anti Covid superino i rischi, infatti lo si continua a raccomandare.