I pannelli fotovoltaici più avanzati al mondo saranno basati sul perovskite, ma anche sul grafene e su altri materiali bidimensionali. L’intuizione è Made in Italy. Gli esperimenti, come riportato da Repubblica, sono attualmente in corso in un parco solare situato a Heraklion, capitale di Creta. La matrice, però, è del tutto italiana. I ricercatori arrivano dall’Università di Roma Tor Vergata, dalla startup BeDimensional S.p.A., Greatcell Solar Italia, dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), dall’Istituto di Struttura della Materia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISM) e dall’Università di Siena, nonché dall’Università ellenica del Mediterraneo.
Il compito di consentire a tutto il mondo di emanciparsi dal silicio in questo importante settore è nelle loro mani. Da tempo si lavora a questo obiettivo, dato che il materiale in questione ha altissima domanda e costi elevati, soprattutto a fronte delle ultime vicissitudini politiche ed economiche. Le produzioni di ogni industria ne stanno risentendo negativamente. Adesso, per quanto concerne i pannelli fotovoltaici, sembrerebbe esserci una svolta.
Perovskite e grafene in nuovi pannelli fotovoltaici: l’intuizione made in Italy
Perovskite e grafene possono essere la soluzione per creare i pannelli fotovoltaici di terza generazione, senza utilizzare il silicio. “Il lavoro nasce da un progetto comunitario iniziato nell’ottobre del 2013 che ha coinvolto ricercatori e scienziati di ogni paese. Dieci anni di ricerca di base sul grafene e un miliardo di euro di budget hanno consentito di costruire le fondamenta per le tante applicazioni industriali di oggi. E il nostro è uno dei campi di impiego, appunto quello fotovoltaico”, ha raccontato Francesco Bonaccorso, cofondatore e direttore scientifico della startup Bedimensional, commentando l’articolo pubblicato su Nature sul tema.
I risultati ottenuti finora sono soddisfacenti, ma c’è ancora del lavoro da fare. L’efficienza attuale, come riportato da Repubblica, è infatti al 18% contro il 26% del fotovoltaico tradizionale. “Sono convinto che si possa fare meglio e superare la tecnologia al silicio”, ha concluso l’esperto.