Persone guarite dal Coronavirus ma risultate ancora positive al test: il fenomeno è abbastanza frequente, ma l’Oms rassicura sul fatto che questi pazienti dovrebbero essere positivi perché ancora stanno espellendo cellule polmonari malate piuttosto che per una effettiva seconda infezione. In Corea del Sud ad esempio sono stati segnalati più di 100 casi di questo tipo nel solo mese di aprile e generando naturalmente preoccupazione circa la possibilità di una seconda infezione anche per chi è guarito.
L’Oms “è consapevole” che alcuni pazienti risultano ancora positivi dopo essere clinicamente guariti, ma come detto si dovrebbe trattare di casi in cui queste persone stanno ancora espellendo materiale dai loro polmoni, il che fa parte della fase di guarigione dal Coronavirus.
Le ricerche mostrano anche che le persone affette dalla malattia sviluppano gli anticorpi a cominciare da una settimana dopo l’infezione o dell’inizio dei sintomi, anche se non è ancora chiaro se questa immunità sia sufficiente per proteggere il corpo da una eventuale seconda infezione da Coronavirus e – qualora lo fosse – per quanto tempo questa immunità sia garantita al paziente ormai guarito dal Covid-19.
PERSONE GUARITE MA ANCORA POSITIVE A CORONAVIRUS: L’OMS SPIEGA
Un aspetto sicuramente delicato è quello delle persone che risultano negative al momento della guarigione ma poi dopo settimane tornano ad essere di nuovo positive: su queste situazioni l’Oms ribadisce che servono ancora ulteriori ricerche. Serve dunque avere una banca dati quanto più completa possibile di campioni da persone guarite per comprendere questo fenomeno e per capire se questi guariti ancora positivi possano trasmettere il Coronavirus ad altre persone.
Non è infatti detto che la positività implichi la possibilità di trasmettere il contagio. L’epidemiologa Maria Van Kerhove dell’Oms ha infatti spiegato di recente che le cellule morte del polmone di una persona ormai guarita possono risultare ancora positive, ma non sarebbero contagiose e non segnalerebbero una seconda infezione, bensì farebbero parte del processo di guarigione.
Restano però dubbi circa l’immunità e circa la protezione da una seconda infezione da Coronavirus. Vi è ancora tanto da scoprire dunque su questa malattia che pure ha già superato i 250.000 morti al mondo con 3,7 milioni di casi ufficialmente riconosciuti, verosimilmente molti di più.