Era notizia di circa un mese fa lo scoppio dell’epidemia di pertosse in Croazia. Non sarebbe però l’unico paese che ha visto una crescita di casi di questa infezione respiratoria. Si starebbe infatti assistendo ad una sua diffusione in diversi paesi nel mondo, dagli Stati Uniti, alla Gran Bretagna e Francia.



Come riporta Le Parisien la pertosse si è diffusa notevolmente nelle ultime settimane in alcune regioni degli Stati Uniti e del Regno Unito, preoccupando le autorità sanitarie sia oltre la Manica che oltre l’Atlantico. Nella contea di Suffolk (Stato di New York), sono stati registrati 108 casi nel 2023, il doppio rispetto al 2019, l’anno precedente alla pandemia di Covid. La stragrande maggioranza dei pazienti, studenti e i loro genitori, si sono ammalati nel mese di dicembre. In Inghilterra, il numero di casi è quasi triplicato rispetto a ciascuno degli ultimi due anni. E anche in Francia si sta registrando un aumento, ma i pediatri sono cauti e preferiscono non parlare ancora di esplosione.



PERTOSSE: L’IMPORTANZA DEI VACCINI

Nonostante allo stato attuale non si possa parlare di vero allarme i medici temono un ulteriore aumento nei prossimi mesi, soprattutto a partire dal prossimo autunno. Carla Rodrigues dell’Istituto Pasteur ha spiegato come le manifestazioni della tosse, sintomo principale di questa infezione, possono protrarsi anche 100 giorni , sottolineando però come le forme gravi siano piuttosto rare, al punto che spesso questa patologia passa inosservata. Il problema si pone maggiormente quando ad essere contagiati sono bambini e neonati. Da qui l’importanza della vaccinazione obbligatoria per i piccoli dal 2018 con richiami consigliati a 6 anni, tra 11 e 13 anni, e poi a 25 anni.



Robert Cohen, pediatra e infettivologo presso l’Ospedale Intercomunale di Créteil (Val-de-Marne), ha però affermato: “i vaccini di cui disponiamo sono notevoli per la prevenzione delle forme gravi, ma abbastanza poco efficaci contro la trasmissione. Il vaccino contro la pertosse protegge circa 9 persone su 10 dalle forme gravi della malattia e circa 1 persona su 7 da tutte le forme.” I vaccini sono poi fortemente raccomandati anche per le donne incinte, dal momento che gli anticorpi della mamma vaccinata vengono trasferiti al futuro bambino .