DINA BOLUARTE HA GIURATO COME PRESIDENTE PERÙ DOPO L’AUTOGOLPE (FALLITO) DI CASTILLO
Questa mattina Dina Boluarte ha giurato ufficialmente come prima donna presidente del Perù dopo la destituzione votata ieri dal Parlamento di Lima all’ormai ex Presidente Pedro Castillo: il “caudillo” dopo il tentato “autogolpe” è stato fermato e arrestato, accusato ora di “ribellione contro lo Stato”. Nel giro di poche ora infatti ha tentato un colpo di Stato senza però l’appoggio né delle forze dell’ordine e né dell’esercito: ha sciolto il Parlamento, proclamato lo stato d’emergenza e imposto il coprifuoco. Ma è stato fermato sul nascere con il Congresso che ha subito bloccato il tentativo golpista arrivando a destituire e in seguito arrestare il vincitore delle Elezioni nel giugno 2021.
Il sindacalista della sinistra “proletaria” si era insediato il 28 luglio 2021, dopo aver battuto al fotofinish al ballottaggio Keiko Fujimori, leader della destra peruviana e figlia dell’ex presidente Alberto Fujimori: ora lo “scettro” passa alla sua ex vicepresidente, la prima ieri a dimettersi manifestando piena contrarietà al tentativo disperato di Castillo. Membro del partito di stampo socialista Perù Libre, avvocatessa di 60 anni, Dina Boluarte ha prestato giuramento in una seduta straordinaria del Parlamento stamane a Lima. «Assumo l’incarico consapevole dell’enorme responsabilità che mi tocca, con la profonda convinzione che è imprescindibile riprendere il cammino della crescita economica e dell’inclusione sociale, e della riforma politica di cui il Paese ha bisogno»: lo ha detto Boluarte dopo aver ricevuto la fascia presidenziale dal presidente del Parlamento José William. «La mia prima misura – ha poi proseguito la neo-presidente – sarà affrontare la corruzione in tutte le sue forme”, perché questo cancro dev’essere estirpato. Ringrazi le Forze armate e la Polizia nazionale, che hanno dimostrato di essere un pilastro della democrazia e chiedo loro di avere fiducia nel processo che stiamo inaugurando». Nel tentativo di interrompere il voto sull’impeachment per “incapacità morale”, ieri Castillo ha tentato un golpe che si è rivelato alla fine uno dei più clamorosi “autogol” della storia del Perù: in serata la polizia ha arrestato Castillo nella sede della Prefettura di Lima, dove si era rifugiato con l’ex premier Anibal Torres. La Procura generale peruviana ha poi informato che «è stato avviato un procedimento preliminare contro l’ex presidente per i presunti reati di ribellione e associazione per delinquere».
È IN CORSO UN COLPO DI STATO IN PERÙ: CASTILLO SCIOGLIE IL PARLAMENTO, COSA STA SUCCEDENDO
Solo un anno e mezzo fa la sinistra mondiale e l’opinione pubblica “illuminata” (anche nostrana) celebrava la vittoria alle Elezioni Presidenziali in Perù del “caudillo” Pedro Castillo: solo qualche mese dopo, il terrore per un Paese che all’improvviso si ritrova con un colpo di Stato tentato e un futuro ora completamente incerto. Proviamo a mettere in fila i fatti, a cominciare dall’atto principale di ogni golpe in senso stretto: il Presidente scioglie il Parlamento e impone il coprifuoco notturno, facendo piombare il Perù in uno stato di “terrore” potenziale. Il tutto è avvenuto nel giorno in cui il Parlamento avrebbe votato per la terza volta sul tentativo di destituire Castillo – indagato per almeno sei casi di presunta corruzione su lavori pubblici – dal suo ruolo: il “caudillo” invece ha provato a giocare d’anticipo sciogliendo il Congresso, indicendo Elezioni tra un anno e convocando un Governo d’emergenza in risposta alle dimissioni immediate di tutti i “suoi” Ministri, in aperta polemica con il tentato golpe.
«Le accuse contro di me si basano su dichiarazioni per sentito dire di persone che, cercando di alleggerire le proprie condanne per presunti crimini stanno cercando di coinvolgermi senza prove»: questa è stata la difesa di Castillo poco prima lo scioglimento del Parlamento che stava per votare per «incapacità morale permanente» del Presidente peruviano. Non è chiaro se i partiti contrari al Presidente avessero gli 87 voti su 130 necessari per destituirlo, e probabilmente non lo sapremo mai visto lo scioglimento immediato del Congresso. Tra i primi ad abbandonare l’atto di golpe di Castillo la vicepresidente Dina Boluarte, del partito di estrema sinistra Peru Libre: l’opposizione di centrodestra fin da subito ha chiesto che giuri come presidente, mentre anche polizia ed esercito si sono detti contrari al tentato colpo di Stato messo in campo da Castillo.
LE REAZIONI AL GOLPE DI CASTILLO IN PERÙ: “CASTILLO ARRESTATO”
Pedro Castillo in poche ore è riuscito a sciogliere l’autorità del Parlamento e ha proclamato lo stato di emergenza: è scattato anche il coprifuoco dalle 22 alle 4 del mattino e ha “intimato” chiunque in possesso di armi di consegnarle all’autorità, «Nessuno può uscire per strada, sospese tutte le attività». Tutto questo però è stato rapidamente superato da quanto avvenuto appena poche ore dopo il “golpe” di Castillo: su forte spinta di magistratura, partiti di Governo e opposizione, nonché dell’esercito, il Congresso ha presentato al volo e approvato la mozione di censura con 101 favorevoli, 6 contrari e 10 astenuti. In poche ore Castillo è stato così destituito, con nomina diretta del nuovo Presidente del Perù per la ex vice Dina Boluarte, Il presidente della Corte Costituzionale Francisco Morales ha fatto sapere nelle ore convulse a Lima: «Quello in atto è un golpe che fallirà. Nessuno vuole la rottura del sistema democratico».
Secondo i media peruviani, il presidente-golpista Castillo sarebbe stato arrestato dalla polizia: migliaia di cittadini in festa nelle strade della capitale. Il procuratore generale del Perù, Daniel Soria Lujan, ha fatto sapere che presenterà «una denuncia penale nei confronti del presidente», per verificare gli eventuali reati anche costituzionali commessi con la decisione di «sciogliere anticipatamente il Parlamento. Dal contenuto del messaggio alla nazione trasmesso oggi, si riscontra con chiarezza che il presidente della Repubblica, Pedro Castillo Terrones, ha violato in modo flagrante la Costituzione politica del Perù». «La situazione è molto confusa», spiega all’Agenzia DIRE Jorge Chavez, ingegnere ambientale e attivista peruviano di base a Lima: «atto molto grave e preoccupante che è stato rifiutato in modo netto tanto da attivisti e politici di sinistra quanto di destra». La situazione è confusa per le strade del Perù con un Parlamento prima destituito e poi in grado di destituire a sua volta il Presidente ormai dato in stato di accusa: ad oggi, il Perù ha un nuovo Presidente, Boluarte, in attesa del pronunciamento sul presunto impeachment di Pedro Castillo. Resta però difficile immaginare che l’ormai ex caudillo idolo della sinistra mondiale possa rappresentare ancora un futuro per il vasto Paese sudamericano (anche se il “precedente” del Brasile consiglia prudenza per qualsiasi tipo di previsione).